Denny Lodi nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo. All’età di 9 anni inizia a studiare danza presso la Scuola di ballo del Teatro alla Scala e per questo decide di trasferirsi a Milano. All’Accademia scaligera si diploma e inizia a lavorare, ma non sentendosi più appagato decide di lasciare la Scala per fare i provini ad “Amici”. Il 27 Novembre 2010 entra di diritto per la sua bravura come titolare ad “Amici” dove riceve subito voti altissimi ed è sempre fra i primi in classifica. Poi arriva al serale entrando nella squadra dei blu. Riesce ad arrivare in finale scegliendo la tutina di colore rosso e con quella tutina riesce a conquistare tutti e a vincere! Infatti il 6 Marzo 2011 Denny diventa il vincitore per la categoria danza di Amici 10! Ad Amici viene scelto dalla Complexions Contemporary Ballet per far parte della compagnia.
Caro Denny, com’è stato il tuo approccio con la danza?
Fin da piccolino mia sorella mi faceva ballare a casa, così dopo un po’ di tempo ho fatto una prova in una scuola di danza locale di modern e mi sono da subito appassionato, iscrivendomi immediatamente. Ho iniziato con il jazz e solo successivamente ho scoperto la danza classica alla Scala.
Com’è stata la tua esperienza presso la Scuola di ballo del teatro alla Scala di Milano?
L’esperienza alla Scala è stata dura però molto formativa, nel senso che sono stati 8 lunghi anni di sacrifici, sia da parte della mia famiglia sia da parte mia, perché per i primi anni ho fatto il pendolare, poi mi sono trasferito da solo, ero un bambino e ho dovuto rinunciare a tutta quella che era l’adolescenza però dalla mia parte avevo la grande passione che ti porta ad andare avanti tutti i giorni anche nei momenti di sconforto. Sono stato fortunato perché ho avuto molte persone vicino che mi sostenevano e mi hanno aiutato a terminare il mio percorso formativo.
Come vedi il mondo della danza?
È un mondo pieno di passioni e di emozioni, sia per chi fa danza sia per chi guarda la danza, anche perché quando un coreografo monta una coreografia o un ballerino quando la balla ha delle emozioni da esternare, quindi bisogna riuscire a trasmetterlo al pubblico. è un mondo d’arte che ti sa dare tanto, l’emozione di una serata a teatro è una sensazione indescrivibile, consiglio a tutti di guardare almeno una volta nella vita uno spettacolo di danza.
Come si svolte la tua giornata tipo? quante ore provi?
La mia giornata tipo è un po’ differente nel senso che finché ero un ballerino della Scala entravo in teatro alla mattina e facevo tutto il giorno le prove, questo per 6 giorni alla settimana per prepararsi agli spettacoli, oggi la mia vita è un po’ cambiata, dopo “Amici“ perché lavoro un po’ più free lance e quindi mi divido tra la mia scuola di danza con l’insegnamento e il lavoro di ballerino.
Il più emozionante spettacolo di danza al quale hai assistito?
Devo dire che la danza mi piace a 360 gradi, mi piace la danza classica, mi piace la danza contemporanea, mi piace il musical e quindi ci sono state diverse occasioni per cui ci sono stati spettacoli che mi hanno emozionato. Se devo parlare di un balletto classico mi ricordo quando ho visto sia Alessandra Ferri nel suo addio alle scena alla Scala con “La dama delle Camelie” che mi ha emozionato davvero tanto sia quando ho visto Sylvie Guillem ne “L’Histoire de Manon” con Massimo Murru sempre alla Scala, due balletti veramente differenti ma che mi hanno dato una grande emozione. Per quanto riguarda spettacoli più moderni e avendo avuto la fortuna di essere stato a studiare per lungo periodo negli Stati Uniti, mi sono fatto una cultura approfondita sui musical e ho visto spettacoli ad altissimo livello; uscivi dal teatro entusiasta per il coinvolgimento e la grande bellezza. In Italia solo due musical mi hanno emozionato e sono “Notre Dame de Paris” e l’altro “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”, la produzione attuale di Giuliano Peparini e David Zard.
Il ruolo che hai interpretato, nel tuo repertorio, il quale ti ha emozionato maggiormente?
Il ruolo che ho affrontato con maggiore emozione è stato Romeo, perché era l’anno del mio diploma alla Scala e dovevo fare un passo a due come esibizione finale. Romeo è stato il ruolo che mi ha affascinato notevolmente e ho avuto la fortuna di essere preparato non solo dagli insegnanti della scuola di ballo ma di avere anche in sala due primi ballerini della Scala che erano Alessandro Grillo e Marta Romagna che ci hanno preparato loro sui minimi particolari presenti in quel passo a due. è un ruolo che si avvicina molto a me perché non mi ritengo un ballerino classico di virtuosismi come può essere un Don Basiglio in “Don Chisciotte” oppure un “Corsaro”, mi ritengo un ballerino un po’ più lirico perciò un ruolo come Romeo mi calzava maggiormente e lo ricordo con molta emozione.
Quali sono le differenze più evidenti tra l’essere ballerino e insegnante?
Sono due lavori nettamente differenti, il ballerino lavora su se stesso e cerca di perfezionare i movimenti su di sé, l’insegnante lavora con ragazzi che cercano di imparare il più possibile tutto quello che gli trasmette. Trovo molto gratificante questo lavoro di insegnante, vedere ragazzi che con passione migliorano giorno dopo giorno o realizzano una tua coreografia sono emozioni molto forti! Non lo fanno per mestiere quindi ci mettono veramente tantissima passione!
Dei ruoli solistici che hai interpretato, in quale ti sei rispecchiato di più?
A parte il Romeo di cui parlavo prima, quando ero nel corpo di Ballo della Scala ho avuto l’onore e la possibilità di ballare due ruoli in cartellone da solista, uno è stato il pas de six del “Sogno di una notte di mezza estate” di Balanchine ed è stata una grande emozione, il mio primo ruolo da solista alla Scala, un pezzo che porto ancora nel cuore, e un secondo ruolo alla Scala è stato “I Partigiani dell’Uccello di Fuoco” di Maurice Béjart, quindi ho avuto la fortuna di ballare un ruolo da solista di questo grande coreografo mondiale, è stato un ruolo intenso nel senso che era molto difficile e pesante però ho avuto grandi soddisfazioni e lo ricordo con molta gioia.
Hai un desiderio o un sogno legato alla danza che vorresti realizzare?
Nel mio percorso sono stato molto fortunato e tanti sacrifici sono stati ripagati, ovvio sono ancora giovane malgrado un’esperienza importante alla Scala, un’esperienza americana, un’esperienza di un programma televisivo come Amici di cui sono stato vincitore, a 23 anni ho già una mia attività, di cose ne ho fatte ma ne ho ancora da fare perché non si è mai arrivati soprattutto nel nostro lavoro. Un altro sogno sarebbe avere una mia compagnia o dirigere una compagnia, quello sarà un progetto futuro e vediamo se si riuscirà a realizzarlo, avendo fatto molte esperienze sicuramente sarei un direttore in grado di non fossilizzarmi su un solo stile ma di essere una figura versatile.
Con quale coreografo ti piacerebbe lavorare?
Alla Scala ho avuto l’opportunità di ballare con tanti celebri coreografi, Balanchine, Nureyev, Béjart eccetera. Televisivi ho lavorati con alcuni, la Celentano, Garrison, Garofalo, Cannito. Sul classico devo dire che non ho un sogno particolare, i più grandi li ho già interpretati grazie alla Scala. Tra i moderni l’unico che mi manca e mi piacerebbe molto è Franco Miseria, un coreografo che stimo, ha rivoluzionato la televisione e ha fatto grandi lavori.
E con quale danzatrice ti piacerebbe ballare?
Per il mondo classico ho avuto la possibilità di lavorare con i grandi nomi, Bolle, Murru, Semionova, Zakharova, mi manca Sylvie Guillem, che è un idolo dei balletti classici. Per il balletto moderno io ho sempre guardato fin da bambino in televisione Lorella Cuccarini e per me sarebbe un onore essere al suo fianco in qualche coreografia.
Secondo te, quali sono le qualità che un giovane danzatore dovrebbe possedere per diventare degno di questo nome?
Le qualità per un danzatore sono tante, a partire dalla determinazione, la forza di volontà, la tenacia, una grande famiglia alle spalle, perché senza la famiglia sei un po’ perso nel senso che questo mondo è un po’ difficile, c’è molta competizione, tanti ragazzi che vogliono fare questo mestiere e però c’è poco lavoro, soprattutto in Italia.
C’è un balletto, al quale sei particolarmente legato?
Ce ne sono diversi, dal “Romeo e Giulietta” al “Sogno di una notte di mezza estate”, ai “Partigiani” piuttosto che la “Serata Forsythe” anche perché lui è uno dei maggiori coreografi contemporanei che amo di più o “Pink Floyd” di Roland Petit che ricordo con gioia e che ho ballato in tante parti d’Europa.
Cosa è riuscita a regalarti la danza?
La danza mi ha regalato tutto, gioia, lacrime, mi ha regalato tutto quello che ho oggi e tutto quello che sono oggi.
Come ti senti quando ti trovi solo a ballare in una sala di danza o sul palcoscenico?
Dopo “Amici” ho avuto molte occasioni di ballare da solo in giro per l’Italia. Da solo riesco a esprimere quelle che è il mio stile e quelle che sono le mie emozioni di quel momento, quindi mi sento bene, appagato perché quando finisce l’assolo e senti il pubblico che batte le mani e urla il tuo nome sono gratificazioni, un’energia che arriva sul palcoscenico bisognerebbe provarla per capirla perché descriverla è difficile.
Quali sono i tuoi progetti e i prossimi appuntamenti?
Ti rispondo direttamente dai camerini di Parma dove sono in tournée con “Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo” di David Zard e la regia di Giuliano Peparini, sono qui in veste di Paride il promesso sposo di Giulietta e stiamo portando in tutta Italia questo bellissimo musical che sta avendo un grande successo. Prossimi progetti, sto organizzando la sesta edizione di una mia serata a scopo benefico, quest’anno in collaborazione con il Comune della mia città, stiamo creando un premio intitolato “La Danza nel Cuore Città di Crema 1º Edizione” abbiamo già il nome del premiato ma dato che la serata è ancora in fase di allestimento non sveliamo ancora nulla, dovrebbe comunque essere nel periodo di fine ottobre. Direi che tra i due impegni, la mia scuola di danza e la Kledi Dance di Desenzano dove insegno sono già abbastanza impegnato.
Per concludere, un tuo pensiero per descrivere la Danza?
Un mio pensiero sulla danza oggi è un pensiero un po’ particolare, nel senso che la danza oggi non è tutelata, è un po’ svalutata, è insegnata male, tutti si improvvisano insegnanti di danza. Molti amici e molti colleghi scappano dall’Italia per fare qualcosa di importante all’estero perché la situazione economica, politica e culturale nel nostro paese è molto difficile, quindi è un momento particolare per la danza e oggi è difficile raccontarla e spiegarla, sicuramente nel modo giusto la danza è passione, amore, emozione e gioia.