Milano sogna grazie a Christian De Sica e “Cinecittà”

di La ragazza dalle scarpette rosse
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Chiudete gli occhi e tornate indietro con la memoria di almeno sessant’anni.

Davanti a voi un’orchestra. Al centro della scena una lunga scala illuminata. E in cima a essa una porta con il numero 5. Immaginate che sul palco ci siano ballerine, ballerini, musicisti e un grande uomo che ci porta, attraverso aneddoti e racconti, fra i ricordi della propria infanzia. Non un uomo qualsiasi, ma il figlio di uno dei più grandi maestri del cinema italiano, e lui stesso grande artista e showman.

Sto parlando di Christian De Sica, figlio dell’immenso Vittorio, che ci racconta la sua Cinecittà. Dell’epoca in cui quel piccolo quartiere romano brillava. Del tempo in cui il cinema italiano era esempio nel mondo e regalava a noi, gente comune, sogni ed emozioni ancora oggi così fortemente ancorati nella nostra memoria.

Tra musiche e canzoni sempre verdi, il nostro mattatore ci ha intrattenuto per un paio di ore raccontandoci d’incontri speciali avvenuti nello studio 5 di Cinecittà, il grande capannone dove sono stati girati i più grandi capolavori del secolo scorso: La dolce Vita, Cleopatra, Ben-Hur, Amarcord. Studi, dove lavoravano con passione migliaia di comparse e maestranze, cui De Sica, con rispetto e affetto, rende onore.

La voce fuori campo di un ipotetico Federico Fellini accompagna gran parte dello show che si snoda, felice, fra i ricordi dello straordinario Totò e di Anna Magnani, di Sofia Loren e Marcello Mastroianni, di Cary Grant e Gina Lollobrigida fino all’Albertone nazionale, amico di famiglia dei De Sica. Per ultimo, il ricordo più bello, quello del padre che, grazie al film “Le Porte del cielo”, portò in salvo tanta, tantissima gente.

Uno spettacolo commuovente, pieno di bella nostalgia, che ci riporta ad anni in cui gli artisti erano tali, motivati dal desiderio fortissimo di regalare al pubblico vere emozioni. Un periodo, quello del dopoguerra, in cui si aveva voglia di ricostruire; non solo le mura buttate giù dalle bombe, ma anche l’animo umano, il valore e la dignità di ciascuno, la speranza in un futuro migliore.

E Christian De Sica, sotto la direzione di Giampiero Solari, riesce benissimo a riportarci indietro nel tempo. Accanto a lui, in questo bellissimo viaggio della memoria, tre giovani ed eclettici attori: Ernesta Argira, Daniele Antonini e Alessio Schiavo; sei talentuosi ballerini televisivi guidati da Franco Miseria; una straordinaria orchestra di diciannove elementi diretta dal maestro Marco Tiso e un pianista d’eccezione, Riccardo Biseo.

Cinecittà non è solo un viaggio tra emozione e nostalgia, ma è anche uno spettacolo ricco di gag, di siparietti divertenti che raccontano di personaggi del “dietro le quinte”, di attori smemorati ed eccentrici che partecipano ai loro primi provini, di piume di struzzo e di paillettes, di un varietà che alcuni dicono morto ma che, in teatro, continua a piacere e a far sognare.

È ancora inverno, fuori nevica, mi annodo bene la sciarpa di cashmere e sento un gran calore. E non solo in volto, ma anche lì, in fondo al cuore. Dove questa bellissima serata riposerà per moltissimo tempo.

Crediti fotografici: Angelo Redaelli

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