La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Frédéric Olivieri, torna sul palcoscenico scaligero mercoledì 25 marzo alle ore 20, per uno spettacolo che vede gli allievi interpretare note coreografie di Fokine e Balanchine, oltre che dello stesso Olivieri. Ad accompagnare i giovani ballerini l’orchestra dell’Accademia, affidata alla direzione di David Coleman.
Con questa iniziativa Fondazione EY Italia Onlus prosegue il cammino dei “giovani che aiutano i giovani” per sostenere progetti rivolti a ragazzi in situazioni di disagio.
Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia, commenta: “Sono circa 900 i giovani che annualmente entrano a far parte di EY, ragazzi promettenti che ci impegniamo a formare a livello professionale e personale e che con la loro energia ci hanno incoraggiati a dare un’opportunità di crescita anche a quei giovani meno fortunati. Grazie a questo impulso abbiamo deciso di creare la Fondazione EY Italia Onlus, che da due anni sostiene progetti concreti volti ad arginare il disagio adolescenziale e attivi nei territori in cui opera. Ed è proprio con questo spirito che siamo orgogliosi di dare nuovamente vita a questa serata di solidarietà e cultura che ci consente di supportare due realtà importanti per i giovani di Como e Milano: Cometa e Comunità Nuova. Grazie a coloro che con la loro attiva partecipazione ci permettono di continuare a costruire un futuro migliore per tutti”.
I fondi raccolti in occasione dell’evento saranno devoluti a favore dei progetti:
“Una casa per crescere” di Associazione Amici di Cometa Onlus che aiuta le famiglie, anche in situazione di difficoltà, ad affrontare i temi della quotidianità e della crescita educativa dei loro figli. Ogni giorno infatti, dopo la scuola, più di 100 bambini e ragazzi trovano in Cometa il calore di una casa e un contesto formativo di crescita.
“Sport in movimento”, iniziativa ideata da Comunità Nuova Onlus, presieduta da don Gino Rigoldi e finalizzata alla prevenzione del disagio giovanile. Si rivolge ai bambini e ai giovani della periferia e della provincia Milanese e offre loro – attraverso la pratica dello sport e grazie ai suoi valori – strumenti e modalità di integrazione.
Lo spettacolo si apre con una presentazione della Scuola sul “Concerto per due violini in re minore” di Johann Sebastian Bach, ideata dal direttore Olivieri per mettere in luce i diversi livelli accademici.
Segue “Les Sylphides”, coreografia di Michail Fokine su musiche di Fryderyk Chopin nell’orchestrazione di Roy Douglas. Il balletto nasce da una suite intitolata “Chopiniana”, una serie di pezzi di Chopin orchestrati da Alexandr Glazunov e Maurice Keller, eseguita per la prima volta al Teatro Marinskij nel 1907. La suite venne poi trasformata da Fokine in “ballet blanc” e ribattezzata Les Sylphides, con un’orchestrazione affidata ad un giovanissimo Igor’ Stravinskij con Sergej Taneev, Anatole Ljadov, Nikolaj Cerepnin e uno stile completamente nuovo, ispirato alla Silfide di Maria Taglioni (da qui il titolo). Venne presentato al Theatre du Chatelet nel 1909 con i Ballets Russes di Sergej Diaghilev. Un reverie romantique, in cui le danze delle bianche ed eteree silfidi, accompagnate da un danzatore nelle vesti di poeta sognatore in pantaloni bianchi e abito nero, non sono un puro espediente per ostentare virtuosismo atletico e tecnico, ma espressione di un’azione drammatica in cui danza, musica e scenografia dialogano armonicamente fra loro. Il balletto si caratterizza per essere il primo balletto “concertante” del Ventesimo secolo.
Si chiude con un capolavoro di George Balanchine, padre del balletto neoclassico del Novecento. La coreografia è fra le più vivaci e spumeggianti della sua produzione, ideata nel 1970 per il New York City Ballet, su musiche di Gershwin.
Balanchine e Gershwin si erano incontrati alla fine degli anni Trenta poiché il compositore americano desiderava che Balanchine firmasse le coreografie per un film, Goldwin Follies, che poi non venne mai realizzato. Nel corso del loro incontro, Gershwin regalò a Balanchine le partiture di diversi pezzi scritti fra il 1924 e il 1931 e il coreografo russo, dopo molti anni, ispirato dall’energia delle musiche, creò il balletto “Who cares?”, che racconta la dinamica vita di Manhattan con briosa energia, pur nel rigore tecnico del tessuto classico-accademico. Per la ripresa della coreografia è stata chiamata ancora una volta Patricia Neary, che ha più volte collaborato con la Scuola di Ballo per la ripresa degli allestimenti di Balanchine, di cui ha raccolto l’eredità riproponendone nel mondo gli allestimenti dopo aver militato a lungo come solista del New York City Ballet. Lo stesso programma verrà replicato giovedì 26 marzo, alle 20. Informazioni e prenotazioni per mercoledì 25 marzo: www.vivaticket.it