Mister B., al secolo Georgij Melitonovic Balancivadze, conosciuto ai più come George Balanchine, ha creato un balletto dal titolo ‘i quattro temperamenti’, ispirandosi ai rapporti che legano gli umori degli esseri umani (melanconici, sanguigni, flemmatici, collerici), ai quattro elementi ( terra, aria, fuoco e acqua).
Sublime e concettuale.
Anche la sbarra, il consueto riscaldamento della lezione di balletto, è composta da temperamenti, ma sono molti di più. Mi diverte immaginare ogni elemento che la compone, come un individuo a sé, ognuno con il proprio carattere, i propri spigoli e i lati più arrotondati.
Ci sono i tipi più tranquilli e flemmatici, come il Demi-Plié abbinato alle flessioni, che ha tutta l’aria di un vero e proprio risveglio mattutino: buongiorno gambe, buongiorno braccia, eccovi qui anche oggi a lavorare insieme! Poi ci sono i precisini, tutta la serie di Tendu, che misurano ogni millimetro di pavimento con la punta delle dita, scandagliando pedantemente il suolo fino a consumare la stoffa delle scarpette, esauste a forza di tutto quello strisciare! Gli Jeté invece, furbacchioni, ripercorrono strade già battute da altri ma con maggior impeto e velocità, e dunque eccoci giunti al Rond de Jambe, lo spartiacque, con il suo elegante movimento, rotondo, gonfio di respiro. Le gambe si muovono come uno strano compasso per disegnare curve altezzose, circonferenze sul suolo e nell’aria.
Poi arriva la coppia più bella del mondo: da un lato LUI, il Frappé, l’infuocato, irruente, arrabbiato, sanguigno. Un soggetto poco raccomandabile, che puntigliosamente e con la precisione di un sicario COLPISCE e ferisce. Meglio non averlo come nemico! Dall’altro lato ancora un altro LUI, Fondu, il complementare, che si contrappone a tutta questa agitazione per rimetterci in contatto con la terra, con la sua calda e piacevole scioglievolezza, che contiene in sé grande forza e radicamento. Entrambi ci preparano a fare grandi cose una volta giunti alla seconda parte della lezione.
Fondu e Frappé: lo yin e lo yang della sbarra.
In coda a questa parata di caratteri, troviamo l’adagio, languido e maestoso, dalla qualità fluida e densa che arriva come nell’attardarsi di un tramonto e poi, finale col botto, gli slanci dei Grand Battements, che sono un vero e proprio inno alla gioia, un fuoco d’artificio, una presenza allegra ed esplosiva che annuncia un nuovo giorno: il centro.
Eccoli tutti qui, i miei compagni di sempre, che hanno atteso ogni mattina, per anni, che la mia mano si posasse su quel legno per celebrarli, ed è così che amo trasmetterli nel mio lavoro quotidiano con i danzatori.
Perché la danza è anche una questione di temperamento.