Ritmi infuocati, melodie integrate e culture differenti; un Danzaperchè dall’Andalusia

di Alessandra Colpo
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Cari Navigatori della danza, un altro Danzaperchè dedicato a una danza particolare, a un’arte quale è il flamenco!

Sì, perché vi scrivo dalla splendida Andalusia, terra di passionalità, di ritmi infuocati, di melodie integrate e culture differenti: arabe, indiane, africane, spagnole, ebraiche, dalle emozioni a volte così profondamente ancestrali da richiamare alla mente anche una sorta di vissuto sciamanico.

Questo è il flamenco, una tradizione musicale che ha le sue radici nelle origini nomadi dei gitani che dal Pakistan passarono in Egitto, in Slovacchia, nei Balcani, in Francia e in Spagna dove in Andalusia, regione con una secolare tradizione culturale improntata alla multietnicità, trovarono la loro culla.

L’etimologia della parola flamenco è avvolta nel mistero, così come misteriose sono le profonde sensazioni che si provano quando si sceglie questa forma d’arte.

Le parole dello scrittore spagnolo Tomàs Borràs mi vengono d’aiuto nell’esprimere le mie emozioni e motivazioni di quando ballavo flamenco e quindi le prenderò a prestito:

“Essere flamenco è avere un’altra carne, un’altra anima, altre passioni, un’altra pelle, altri istinti, desideri: è avere un’altra visione del mondo, con il senso grande; la musica nei nervi, fierezza indipendente, allegria con lacrime, dolore, vita, amore. Essere flamenchi è odiare la routine, immergersi nel canto, nel vino e nei baci; trasformare la vita in un’arte sottile, capricciosa e libera, senza accettare le catene della mediocrità; assaporarsi, darsi, sentirsi, vivere! Questo.”

Vi abbraccio col calore andaluso in attesa dei vostri Danzaperchè alla nostra email [email protected] e come sempre vi auguro

Buona settimana di danza anzi…Buena Semana de Baile!

 

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