“A Roma ha vinto la musica. Ha vinto la città”

di Alessandro Moroni
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Cauto ottimismo per la vita del Teatro della Fondazione di Roma. Infatti alle previsioni non certo rosee degli ultimi giorni, che paventavano la fine della istituzione, ha fatto seguito un accordo delle organizzazioni sindacali nazionali (Cgil, Cisl, Uil) che lascia ben sperare. La Fials, invece, prima sostenitrice dello sciopero, ha preferito non sottoscrivere il protocollo d’ intesa. 

L’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Giovanna Marinelli, nel prendere atto della posizione dei lavoratori, ha dichiarato che “c’è una grande maggioranza di lavoratori che condivide il piano di risanamento, per cui gli stessi saranno chiamati a partecipare ad un referendum anche se i tempi sono stretti e la situazione molto delicata”.

La liquidazione della Fondazione sembra, quindi, essere scongiurata. Quello di oggi è stato un confronto molto lungo ed intenso ed ha lasciato trasparire l’interesse di tutti a che l’Opera continui e persegua il suo cammino sulla strada del risanamento.

L’accordo prevede il riconoscimento, da parte delle istituzioni romane, del Teatro dell’Opera ed un investimento di oltre 16,5 milioni di euro. Inoltre è confermata la disponibilità dell’assessorato alla Cultura di affrontare, qualora fosse necessario con un confronto diretto, quanto non ha trovato soluzione in questa fase “mentre la definizione della pianta organica – ha precisato l’assessore Marinelli –  è rinviata, a data da stabilire e comunque entro il 30 settembre p.v.”.

Dopo il braccio di ferro durato settimane, quindi, tra scioperi e malumori, Roma si è rimpossessata della sua Opera e lo fa nello spettacolare scenario di Caracalla che, da domani, andrà in scena con la sua orchestra al completo.

Nonostante le riserve della Fials la positività dell’assessore alla Cultura si è espressa su Twitter dove la Marinelli ha postato: “Ha vinto la musica, ha vinto la città”.

Durante la serata anche il sindaco Marino ha espresso il suo compiacimento per come si sono sviluppati gli eventi, dichiarandosi soddisfatto della posizione assunta dalla maggior parte delle sigle sindacali che responsabilmente intendono affidare le proprie decisioni finali a un referendum dei lavoratori”.

Al di là di ogni ottimismo, però, a Roma la situazione, nel suo complesso, rimane drammatica e non sono certo confortanti le notizie che giungono dallo storico teatro Eliseo, in via Nazionale, che ormai alle soglie dello sfratto esecutivo rischia la stagione e la campagna abbonamenti nonchè  le pessime notizie relative al Metropolitan in via del Corso che ormai, chiuso da anni, sembra essere destinato inesorabilmente a una riconversione.

Ci piace comunque credere e confidare nel rilancio delle ormai poche strutture rimaste nella Capitale e sperare che gli interventi dell’assessore Marinelli e del sindaco Marino, non limitati al solo caso del Teatro della Fondazione, servano a ad innescare un processo di rinnovamento per restituire a Roma quel ruolo di fucina d’arte che ha sempre ricoperto.

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