Imponente e maestoso, come tutti se lo aspettavano, Excelsior non ha deluso le aspettative, anzi, al contrario, si è confermato essere un capolavoro, autentico kolossal tutto all’italiana.
Per chi non lo conoscesse, Excelsior vede la luce alla fine dell’8oo, grazie alla genialità di Luigi Manzotti e al suo desiderio di esaltare le vittorie del progresso scientifico e dell’avanzamento tecnologico. Il debutto sul palco scaligero risale al lontano 1881, quando una giovane Italia unita si preparava all’avvento del nuovo secolo e Milano ospitava la sua prima esposizione nazionale; oggi, proprio come allora, la città si fa promotrice dell’innovazione con Expo 2015, ed Excelsior non poteva non tornare alla ribalta per celebrare la grande esposizione.
Non solo un balletto; basato sull’idea, dominante nella società di fine Ottocento, del trionfo della scienza, in esso si susseguono ben 11 quadri che esaltano le grandi opere e invenzioni di quel periodo, dal battello a vapore al telegrafo, alla lampadina, il tutto inserito nella cornice allegorica della vittoria di Luce e Civiltà contro l’Oscurantismo, nemico del Progresso. Ecco perché Excelsior assume la definizione di azione coreografica, storica, allegorica e fantastica che porta con sé la ricca tradizione dell’Italia, celebrando i gloriosi avvenimenti che ne hanno segnato la storia.
In scena fino al 25 luglio, nella serata di martedì 15 il cast di altissimo livello ha visto la presenza degli ospiti Alina Somova e Federico Bonelli; dal teatro Mariinsky lei e dal Royal Ballet lui, una coppia degna di ovazioni e applausi, che ha convinto tutti gli astanti. Somova ha offerto una squisita interpretazione della Civiltà, caratterizzandone il personaggio attraverso le sue qualità espressive e doti tecniche; gioia nel suo movimento e gioia negli occhi di chi l’ha ammirata, una perfetta corrispondenza che la ballerina ha saputo creare sulla scena. Bonelli, nel ruolo dello Schiavo, ha dato sfoggio di grande prestanza e potenza, dimostrando una completa padronanza nell’esecuzione; fervente e carico di passione. Una coppia splendida che colpisce per complicità e sintonia emozionando.
Altra coppia in scena, questa volta di opposti, quella composta da Marta Romagna e Mick Zeni; sono la Luce e l’Oscurantismo coinvolti in un duello che si protrae lungo tutto il balletto. Marta Romagna, come da copione, abbaglia irradiando la sua luce ad ogni passo, sempre sorridente, con la meraviglia negli occhi; Mick Zeni fa proprio il personaggio dell’Oscurantismo e ne rende al meglio la natura meschina e cospiratrice.
Brillano poi Virna Toppi, in scena con un duplice ruolo, della Fama e della Folgore, che mostra tutta la sua bravura tecnica e la sua carica espansiva, e Antonina Chapkina, La Mora Indiana, ballerina sinuosa e conturbante.
Degno di lode è l’intero cast, immenso con i suoi centocinquanta elementi; un plauso a ballerini e ballerine del corpo di ballo per l’unisono e la precisione quasi millimetrica dimostrata negli scambi e nei galop finali. In scena anche i giovani talenti dell’Accademia diretta dal Frédéric Olivieri.
Excelsior ritorna forte di quello spirito di ottimismo e positività verso il futuro, sposando la carica di internazionalità portata da Expo e celebrando ancora una volta l’innovazione con l’augurio di un domani migliore.