Giuseppe Picone: Il fascino di Salomè a Palazzo Braschi

di Alessandro Moroni
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Il fascino ambiguo e perverso di Salomè è tornato a vivere a Palazzo Braschi a Roma negli inediti tratti fisici dell’étoile Giuseppe Picone. Spettacolo lirico e coreutico a un tempo, è andato in scena in prima assoluta nella cornice elegante del cortile del museo del palazzo sito alle spalle di piazza Navona. A firmare la regia e la coreografia è Anna Cuocolo, alla quale si deve l’idea, quanto mai forte, di far rappresentare la figlia di Erodiade a un uomo: una scelta, quest’ultima, che s’identifica – come ha detto la stessa in un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica – nella ricerca della perfezione dell’’arte pittorica e scultorea, della bellezza ideale.

Gala di stelle del panorama internazionale della danza: accanto a Picone hanno danzato Manuel Parruccini, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, e Mario Marozzi, ètoile dello stesso teatro nel ruolo di Erode, sulle musiche di Vivaldi, Pergolesi e Leoncavalllo, affiancati dai soprano Hae Young Hyun e Yasko Fujii, unitamente a Paolo Andriotti al violoncello e ad Antonella Moses al clavicembalo. Prodotto da Francesca Barbi Marinetti, a questo connubio pressoché unico si sono aggiunti Massimiliano Wertmüller, che ha letto brani tratti da Salomè di Oscar Wilde cui si è ispirata la coreografia Scene e proiezioni artistiche sono state di Vito Zito, mentre il costume di Salomè è opera di Carlo Alberto Terranova.

Il successo dello spettacolo si deve alla fusione sperimentale di tutti le arti nobili, la cui risonanza è stata possibile grazie all’eccellenza che ha contraddistinto gli interpeti delle singoli discipline, dando possibilità allo spettatore, immerso nelle creazioni scultoree di grandi artisti, di crearsi una propria visone della storia narrata in tutti i suoi linguaggi lì rappresentati e di far materializzare il vissuto della stessa, lasciando così sconfinato spazio alla dimensione onirica.

 

Speriamo che questo genere di rappresentazioni si replichino sempre con maggiore assiduità. I quadri che tanto generosamente offre Roma sia nei suoi esterni sia negli interni, unici per ricchezza e fascino, sono una scenografia naturale che ben si presta ad opere simili, fonte d’ispirazione mai banale per artisti emergenti e non sul panorama internazionale del balletto neoclassico e non solo.

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