Prestigiosi nomi della danza al Teatro Comunale di Bolzano

di Miki Olivieri
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La nuova Stagione della Fondazione Teatro Comunale a Bolzano può avere inizio! La danza apre la scena con l’arrivo di dicembre, con due compagnie di fama internazionale. Mostreranno al pubblico due nuove interpretazioni di grandi classici: Romeo e Giulietta (1.12.2014) e Lo Schiaccianoci (18.12.2014). La Dance Company Theater Osnabruck porterà in scena una versione contemporanea della celebre storia d’amore tra Romeo e Giulietta, nella quale i due amanti vengono presi a simbolo dell’incomunicabilità tra i sessi nella società e del disagio adolescenziale. Poco prima di Natale il Teatro Comunale ospiterà una rilettura de Lo Schiaccianoci di Petipa-Caikovskij da parte del coreografo Jeroen Verbruggen alla guida del Ballet du Grand Théatre de Genève. E sul finale di stagione sarà la volta della prestigiosa compagnia di danza modern americana Parsons Dance (03.03.2015).

Dance Company Theater Osnabrück

Coreografia: Mauro de Candia

Il 2014 è stato un anno attraversato da Shakespeare. Il 26 aprile 2014 ricorrevano infatti i 450 anni dalla nascita del sommo scrittore inglese. Anche il mondo della danza lo ha celebrato con un proliferare di creazioni ispirate alle sue tragedie, di cui senza dubbio Romeo e Giulietta resta la più gettonata.

Mauro de Candia, talentuoso coreografo italiano direttore della compagnia di danza residente al Teatro di Osnabrück, Bassa Sassonia (Germania), si annovera tra gli autori che hanno contribuito alle celebrazioni dell’anniversario. La scorsa stagione 2013/2014 ha dato vita, per la compagnia che dirige, a un Romeo and Juliet alquanto singolare. Sull’immancabile, e intramontabile, musica di Sergej Prokof’ev (una delle più famose partiture per il balletto, composta nel 1935), ‘ritoccata’ però con innesti contemporanei di Martin Räpple, trombonista della Osnabrück Symphony Orchestra, il suo balletto reinterpreta il dramma shakespeariano focalizzando l’attenzione sulla coppia dei protagonisti.

Lasciate in disparte le ingombranti famiglie, Montecchi e Capuleti, sul palco assistiamo a una replicazione della coppia Romeo e Giulietta, presi a simbolo dell’incomunicabilità tra i sessi nella società contemporanea e del disagio adolescenziale. Da questa idea nasce il balletto del coreografo pugliese, capace di narrare con sensibilità attraverso il linguaggio del corpo le sfumature dell’amore giovanile, l’amore, l’odio e il conflitto. Tutto comincia nell’aldilà, al compimento dell’atto fatale, da cui a ritroso si risale.

Lo Schiaccianoci

Ballet du Grand Théâtre de Genève

Coreografia: Jeroen Verbruggen

PRIMA ED ESCLUSIVA ITALIANA

Per la quarta volta in poco più di un decennio il Ballet du Grand Théâtre de Genève è ospite della Fondazione Teatro Comunale di Bolzano. Il vasto repertorio e la versatilità dei ballerini della compagnia permettono infatti una frequentazione assidua senza che si incappi in déjà vu. Il pubblico ricorderà la distanza stilistica tra le atmosfere della Cenerentola di Michel Kelemenis – ospitata nella stagione 2010/2011 con grande successo – e la danza astratta e vorticosa che il greco Andonis Foniadakis ha cesellato sui corpi dei ballerini in Glory, visto nel 2013.

Non è un mistero che a Philippe Cohen, guida artistica dell’ensemble dal 2001, piaccia sperimentare e affidare sia ad autori di punta del panorama attuale, sia a talenti in crescita, il suo stuolo di ballerini forgiati al rigore della danza accademica e pronti ad affrontare sempre nuove sfide. Così tra nuovi titoli e riletture in chiave contemporanea dei grandi classici dell’Ottocento e del primo Novecento la compagnia ha sempre una novità da proporre in stagione e in tournée.

Quest’anno l’attesa è tutta per la creazione di Jeroen Verbruggen che apre il cartellone di Ginevra: una rilettura de Lo Schiaccianoci di Petipa-Caikovskij che promette un viaggio nell’immaginario fiabesco, tenero e gioioso. Appena trentunenne, il belga Jeroen Verbruggen ha dato prova della sua abilità compositiva con Les Ballets de Monte-Carlo di Jean-Christophe Maillot, compagnia nella quale è danzatore Solista e per la quale ha creato Kill bambi nel 2012. Un brano di soli trenta minuti, che ha riscosso enorme successo, il cui tema era la crescita attraverso una stravagante iniziazione. Non poi così lontano dal tema che sottende Lo Schiaccianoci, balletto sì per l’infanzia, che si è prestato negli anni e nelle versioni a letture più spiccatamente freudiane. Perché durante il sogno, la piccola Maria scopre l’amore e la femminilità, passa dalla fanciullezza all’adolescenza, incontra il suo principe azzurro, la cui identità coincide, in alcune versioni (fra tutte quella di Nureyev), con la figura ambigua del signor Drosselmeyer. 

 

Parsons Dance (USA)

Coreografia: David Parsons

Si potrebbe dire che la Parsons Dance, compagnia-icona della modern dance americana, trascenda il tempo e lo spazio. Il tempo, perché passati trent’anni dalla sua nascita (fu fondata da David Parsons e dal light designer Howell Binkley nel 1985) non sembra essersi scalfita la sua esuberanza ed energia, né tantomeno quella del suo coreografo. Lo spazio, perché gli otto strepitosi danzatori che la compongono attraversano il palcoscenico con una tale fluidità che sembrano divorarlo o, addirittura, non considerarlo. Scelti da Parsons per il loro virtuosismo e sex appeal, i ballerini della Parsons Dance sono una vera forza della natura. Ma la preparazione atletica non avrebbe l’effetto comunicativo che ha se non fosse abbinata alla grande capacità del fondatore di dare anima e intensità alla tecnica. E qui sta il segreto delle partiture ‘solari’, briose e giovanilistiche di David Parsons, talento dalla vena creativa imperturbata che ha creato più di 70 titoli in 30 anni.

 

Per la prima apparizione a Bolzano della compagnia statunitense è stato scelto un programma che spazia dall’immancabile capolavoro stroboscopico Caught (assolo dello stesso Parsons nato nel 1982 ora interpretato da Steven Vaughn) al recentissimo brano Whirlaway, per la prima volta in Europa, su musiche di Allen Toussaint. Seguiranno Trains e Introduction nonché lo storico The Envelope, un pezzo ironico di ‘critica sociale’ in cui il gruppo si passa di mano in mano una busta che non trova il suo destinatario.

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