L’emozione surreale dei Kataklò Athletic Dance Theatre in “Puzzle”

di Miki Olivieri
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Puzzle è una composizione corale e poliedrica, realizzata accostando coreografie storiche di Kataklò, il gruppo di “physical theatre” più amato della scena italiana, a ideazioni dei danzatori stessi che hanno avuto “licenza di fantasia” dalla direttrice artistica Giulia Staccioli, che ha fortemente voluto il progetto e ne firma la regia e la supervisione artistica.

La guida esperta e appassionata di Giulia Staccioli prevede infatti, fin dalla nascita della Compagnia, il coinvolgimento diretto degli artisti nel processo di creazione che tiene presente le possibilità espressive e le peculiarità dei singoli performer.

Kataklò trova in Puzzle un’ulteriore conferma dell’efficacia del proprio metodo, offrendo spazio ai danzatori affinché possano a tutti gli effetti farsi anche autori, o meglio “danzautori”. Ogni componente si scopre così il pezzetto di un puzzle, un tassello essenziale che trova la giusta collocazione solo nel gruppo, in un orizzonte comune di creazione. Puntando alla diversità e alla varietà espressiva, utilizzando mezzi espressivi diversi cha vanno dal teatro alla danza fino all’acrobatica, lo spettacolo esprime pienamente le competenze multiple di tutti gli artisti coinvolti.

Lo spettacolo giunge a Milano dopo lo strepitoso successo ottenuto in Olanda, in Turchia – nell’ambito del prestigioso Festival Internazionale della Musica di Ankara – e in Brasile, dove il gruppo si è esibito per la quarta volta nella sua carriera suscitando l’entusiasmo del pubblico di San Paolo e di Rio de Janeiro.

Dal 1995 Giulia Staccioli dirige l’intensa attività internazionale di Kataklò, apprezzatissima e seguitissima anche a livello internazionale. Dopo gli studi di danza classica applica le sue doti fisiche alla ginnastica, fino a diventare finalista olimpica (Los Angeles ’84 e Seoul ’88). Terminata l’attività agonistica, si trasferisce a New York per studiare presso gli Alvin Ailey Studios ed entra quindi a far parte dei celebri Momix, con cui sperimenta e cresce per tre anni sotto la guida di Moses Pendleton. Da questa esperienza prende corpo il progetto Kataklò, caratterizzato fin dall’inizio da un tratto coreografico originale, basato sullo studio del gesto e del linguaggio corporeo.

Lo stile di Kataklò – il cui nome viene dal greco antico e significa “io ballo piegandomi e contorcendomi” – si basa sull’alta preparazione atletica e la notevole tecnica di danza di tutti gli interpreti, chiamati a mettere in campo versatilità e determinazione per sostenere l’impegnativo training fisico.

Grazie all’inconfondibile e spettacolare fusione di danza, atletismo acrobatico, mimica, tocchi umoristici, suoni, luci e costumi, la ricercatezza della scrittura coreografica e teatrale di Kataklò ha l’emozionante potere di comporre scenari surreali, di creare illusioni e sfidare l’immaginazione, superando ogni confine culturale, linguistico e generazionale.

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