Cari “navigatori della danza”, bello chiamarvi così, mi piace molto!
È un termine nuovo, non credo sia stato utilizzato prima, tant’è che se lo digitate su Google viene fuori proprio la nostra rubrica del Danzaperché dedicata ai nostri personali motivi per cui danziamo!
D’altro canto il navigatore, non quello satellitare, è originariamente un esploratore curioso e amante del viaggio via mare; e così siamo noi: esploratori amanti della danza.
E proprio il mare, anzi le onde del mare sono state tra le prime idee di movimento da seguire da parte dell’uomo che ha provato a imitarne il ritmo, così come ricorda nelle sue frasi celebri la famosa ballerina statunitense Isadora Duncan.
Quell’andare e venire, ritmo che con la sua eterna ripetizione tanto ci incanta; quel battere e quel levare, quell’uno/due, uno/due, quella inspirazione e quella espirazione, quel battito del nostro cuore, quel dondolio della prima ninna nanna, quell’altalena che tanto ci appassionava da bimbi, il ritmo costante delle percussioni che già gli uomini preistorici conoscevano.
Sono tutti ritmi originali, naturali, istintivi, semplici e totali, senza tempo, che hanno anche qualcosa di “ipnotico” perché fanno entrare in risonanza la nostra natura interna con quella esterna, gli uomini col cosmo.
La vera origine della danza va proprio ricercata nella natura quando l’uomo guardava con incanto l’eterno risorgere del sole e propiziava la natura con balli e canti. Ecco perché forse quando danziamo ci sentiamo così naturali.
Ed ecco il Danzaperché che abbiamo scelto questa settimana:
“La tua danza deve essere totale…puoi danzare e ancora pensare al futuro: puoi danzare e ancora pensare che domani potrai danzare ancora.
Danza come fosse il tuo ultimo ballo! Danza in completo abbandono senza trattenere nulla, senza freni! ”
Daniela
Grazie alle belle parole sulla danza di Daniela e aspettando i vostri pensieri su questa meravigliosa arte all’email [email protected]
Vi abbraccio!
