Il 3-4-5 luglio, nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, un evento imperdibile, ancora una volta prodotto dalla Daniele Cipriani Entertainment: la Soirée Roland Petit, un omaggio al grande maestro, durante il quale si esibirà una pléiade des étoiles, prima fra tutte Eleonora Abbagnato, ultima musa di questo grande coreografo del 20° Secolo.
È la stessa Abbagnato, étoile all’Opéra de Paris, a dedicare a Roland Petit questa serata: scoperta da lui stesso, la prima ballerina lo definisce “come un padre dal punto di vista artistico, perché sapeva come far emergere le mie potenzialità espressive, pur nel grande rigore e severità che lo contraddistinguevano”. Per onerarlo la Abbagnato ha chiamato accanto a sé i nomi più importanti della danza: Luigi Bonino (direttore artistico del repertorio di Roland Petit); Stephane Bullion (étoile de l’ Opéra de Paris); Audric Bezard (primo ballerino de l’Opéra de Paris); Claudio Coviello (primo ballerino del Teatro alla Scala); Nicoletta Manni (prima ballerina del Teatro alla Scala); Alessandro Riga (primo ballerino della Compagnia Nazionale di Danza di Madrid); Marian Walter (primo ballerino étoile dell’Opera di Berlino); Iana Salenko (prima ballerina étoile dell’Opera di Berlino); Maria Yakovleva (prima ballerina assoluta dell’Opera di Vienna).
Di Petit ricordiamo il rigore del balletto accademico su cui poggia tutta la sua opera (e a cui rende omaggio in Ma Pavlova), resa accattivante dalle atmosfere hollywoodiane a cui rimanda con Cheek to Cheek. Ricordiamo il fatto che spesso si ispirò a grandi opere letterarie e che, come disse di lui la giornalista Irene Lidova, riusciva ad essere “al contempo frivolo e serio, passionale e crudele”.
Soprattutto di Petit ricordiamo la sua capacità di essere in sintonia con i tempi storici in cui viveva: dall’esistenzialismo post bellico, fino ad arrivare ai movimenti giovanili.
Se la sua musa storica fu la compagna di vita Zizi Jeanmarie, bruna e minuta, a distanza di decenni, Eleonora Abbagnato, opposto della prima, eterea ballerina bionda e angelicata, ma con fisico e sensibilità interpretativa del tutto moderni, diviene l’interprete ideale di Petit, poiché – come le altre ballerine del maestro prima di lei – è figlia del suo tempo e ne incarna a perfezione l’anima e i canoni estetici.
Del resto, come lo stesso Petit affermò nella sua autobiografia ( “J’ai dansé sur le flots” – 1993): “Un artiste est comme un nuage, il prend les formes du temps” (Un artista è come una nuvola, prende le forme del tempo).