Finche c’è tango c’è vita: la mirada, lo sguardo che invita a ballare l’altro

di Vittoria Maggio
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Finche c'è tango c'è vita anche questa settimana resta in milonga, il magico spazio dove si balla il tango, e si sofferma su uno dei codici della milonga forse più difficile da applicare sia per il cavaliere che per la dama: la mirada

Che cos'è ? 

La mirada é lo sguardo che invita a ballare l'altro e che chissà per quale motivo ci appare oggi così strano e poco naturale!

Se ci pensate bene l'uomo e la donna hanno sempre cercato il reciproco sguardo per intendersi: forse Dante in chiesa  non cercava Beatrice con lo sguardo costantemente finché lei se ne accorgeva e lo ricambiava con un lieve cenno del capo e un timido sorriso? 

E senza scomodare Dante, lo sguardo non è il primo forte scambio tra due persone che si incontrano in mezzo a una folla e continuano a tenere la rotta degli occhi mentre si avvicinano nel mare di gente che li circonda?

Io mi sono innamorata sempre al primo sguardo! In quell’attimo di eterno come direbbe Claudio Baglioni, ci sono due vite che si incontrano per la prima volta e che iniziano a danzare insieme.

Conosciamo tutti la frase “Gli occhi sono lo specchio dell'anima” e pure oggi in un mondo fatto sicuramente di tanti specchi ma di poca anima, ci siamo dimenticati di usare lo sguardo.

Ci intimidisce a volte, perché è vero quando guardi dritto negli occhi una persona, la vedi nuda, se per primo é  il tuo sguardo ad essere nudo….lo sguardo non ha bisogno di parole, dice tutto e soprattutto non mente, come possono fare invece ad arte le parole.

Il tango ci obbliga in un certo senso a ritrovare la nostra nudità di sguardo per cercare o meglio per incrociare lo sguardo della persona con cui ballare, poiché il codice della milonga prevede il non utilizzo della  domanda: “ balliamo?”. 

Forse proprio perché una volta la parola fra un uomo e una donna era già segno di confidenza acquisita.

Troverete decine di articoli, teorie, suggerimenti sull'argomento Mirada y Cabeceo, sguardo e cenno di capo; io vi posso raccontare la mia versione di questo tema che é fatta più di istinto che di regolamentazione.

Quando mi viene bene la mirada? Quando riesco a farla?

Quando sto bene con me stessa fondamentalmente, quando riesco a lasciare a casa i problemi della giornata, quando ho l'energia per andare incontro all'altro con apertura e disponibilità, quando non ho anch'io il mio momento di timidezza, quando mi piaccio, quando sono serena, quando potrebbe cadere un asteroide a mezzo metro e io spostarmi senza spaventarmi. 

Quando sono aperta alle possibilità che la vita o più semplicemente la serata mi offre: allora quello é il momento per la mirada migliore, quella magica, quella naturale, perché in quel momento non cerco lo sguardo dell'altro, semplicemente lo trovo e davvero non c'è da aggiungere alcuna parola!

E quando questo succede, la mirada é sia di lui che di lei, il cabeceo é sia di lui che di lei, senza tante regole e preconcetti.

Come una volta: come Dante e Beatrice, che forse non ballavano tango solo perché ancora non era  stato inventato!

Come sempre  buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c'è tango c'è vita!

Un abbraccio!

Immagine: dipinto di Silvia Rastelli

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