Quando si sente parlare di Bohème associata al musical, in automatico pensiamo al pluripremiato “Rent” di Jonathan Larson oppure, per temi e ambientazioni, al film “Moulin Rouge” di Baz Luhrmann. Entrambi i registi hanno saputo dare nuova vita e interpretazione a opere classiche intramontabili attraverso la reinterpretazione delle loro storie.
L’eterna storia d’amore di Mimì e Rodolfo e dei loro scapigliati e squattrinati amici nella Parigi dell’Ottocento, si trasforma anche questa volta con successo in opera pop. La “Bohème” di Puccini assume accenti quasi da musical, le sue celebri arie si rivestono di sonorità e di ritmi rock, pop e jazz.
Sabato 5 novembre alle 20:30, e in anteprima per il giovane pubblico delle scuole in mattinata alle 10:30, le luci del Teatro Municipale di Piacenza si accenderanno sul musical “Mimì è una civetta”, una coproduzione tra Ravenna Festival-Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Comunale di Ferrara e Teatro Regio di Parma.
Dopo la partitura “originale” di Bohème, in scena al Teatro Municipale il 4 e il 6 novembre, sarà proposta la sua “rilettura”, o meglio un’opera, quasi un musical, del tutto nuova che da essa prende le mosse: “Mimì è una civetta” divertissement à la bohémienne commissionato al giovane e versatile musicista Alessandro Cosentino, mentre regia e coreografie sono state affidate al newyorkese Greg Ganakas, riprese ora dall’assistente alla regia Chiara Nicastro.
Ganakas, attivo da decenni sulla scena statunitense del musical, avvalendosi dello staff creativo di fiducia di Ravenna Festival – Vincent Longuemare alle luci, il video programmer Davide Broccoli e Alessandro Lai per i costumi – colloca questa Mimì nelle atmosfere del cinema muto degli anni Venti, prendendone a prestito non solo le evocative immagini in bianco e nero, ma anche i tempi e i ritmi della narrazione. Una sorta di “montaggio” in cui recitazione, canto e danza interagiscono, muovendo su agili e dinamiche geometrie di scale e passerelle metalliche i giovani cantanti, danzatori, attori e la stessa band, parte integrante della scena come in molti musical di successo.
Alla band si aggiungeranno poi, in alcuni momenti dello spettacolo, le improvvisazioni e i virtuosismi della fisarmonica di Simone Zanchini e della tromba di Fabrizio Bosso, ovvero due dei più straordinari jazzisti italiani.
Il titolo del musical, è una citazione tratta dal terzo quadro del libretto di Illica e Giacosa, una frase pronunciata da Rodolfo. Un libretto che, però, in questa veste, è stato liberamente adattato da Cristina Mazzavillani Muti (ideatrice del progetto) con la collaborazione di Anna Bonazza: attualizzato nei recitativi, trasformati in veri e propri dialoghi, ma al tempo stesso fedele all’originale nelle forme chiuse, arie, duetti, cori…
Il cast: Mariangela Aruanno (Mimì), Giulia Mattarella (Musetta), Luca Marconi (Rodolfo), Adriano Di Bella (Marcello), Luca Iacono (Schaunard), Paolo Gatti (Colline), Filippo Pollini (Benoît), Alessandro Blasioli (Alcindoro) e Ivan Merlo (Parpignol).
La band: Alessandro Cosentino, Federico Galieni e Gabriele Palumbo violini; Luca Zannoni tastiere; Riccardo Almagro chitarre; Christian Pepe basso; Tommy Ruggero batteria.
L’ensemble: Alessandro Arcodia, Alessandro Braga, Martina Cicognani, Michael D’Adamio, Francesca De Lorenzi, Giovanni Magno, Giorgia Massaro, Chiara Nicastro, Silvia Tortorella.
Crediti fotografici: Silvia Lelli