Solaris: un connubio tra danza, musica e improvvisazione

di Giada Feraudo
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Uno spazio nebuloso, da cui a poco a poco emergono ed acquistano consistenza materica ombre che diventano corpi. Corpi e suoni, tromba jazz, violoncello, live electronics, danza e improvvisazione.

Questo è lo spettacolo dal titolo Solaris, andato in scena sabato 22 aprile scorso presso la Lavanderia a Vapore di Collegno, per il sesto appuntamento della Stagione di Danza del Balletto Teatro di Torino, in coproduzione con Rivolimusica, una collaborazione ormai da tempo consolidata.

Manuel Zigante al violoncello e Giorgio Li Calzi alla tromba e live electronics mostrano come due percorsi musicali apparentemente distanti possano convergere in un astratto territorio comune, traendo ispirazione per il loro progetto, nato nel lontano 1986, dalle atmosfere e dalle sonorità dell’omonimo film onirico e fantascientifico Solaris di Andrej Tarkovskij, che continua a ispirare arte e creatività. Nella pellicola, datata 1972, l’antico diventa futuribile negli spazi rarefatti del pianeta che materializza i sogni e i ricordi. Il mistero è nel cosmo ma soprattutto dentro di noi, creature fragili perennemente sospese fra angoscia e desiderio.

Ancora una volta il concetto chiave è la commistione fra arti diverse che si uniscono per sondare nuovi possibili territori e spazi di ricerca e di sperimentazione, questa volta mettendo in primo piano l’improvvisazione. Non solo i musicisti improvvisano (pratica, questa, piuttosto comune soprattutto nel jazz) ma anche i danzatori, che creano così la base per un nuovo alfabeto sperimentale e dinamico facendo sì che musica e movimento coreutico dialoghino tra loro.

Con il disegno luci a tratti onirico e atemporale di Davide Rigodanza e i costumi, morbidi e neutri, di Mariateresa Grilli, i danzatori del Balletto Teatro di Torino Anita Lorusso, Lisa Mariani, Viola Scaglione, Wilma Puentes Linares, Cristian Cucco, Flavio Ferruzzi, Hillel Perlman, Emanuele Piras creano un movimento dinamico e fluido, che costruisce formazioni di volta in volta differenti a livello numerico e di disegno spaziale.

L’improvvisazione live, ovvero sulla scena, nel momento della performance, spiega Loredana Furno, direttrice artistica del BTT, è ormai una tendenza molto diffusa nella danza contemporanea. Negli anni passati era una pratica prevalentemente di studio, mentre ora la si utilizza sempre più in presenza del pubblico, durante lo spettacolo.

Un’interessante pratica in divenire che, come dice lo stesso nome “improvvisazione”, è fruibile e praticabile solo nel qui ed ora, irripetibile ancora più del tradizionale gesto coreutico codificato che, pure, è unico e sempre differente nell’esecuzione, anche se ripetuta. Un dialogo continuo con il presente, insomma, ma sempre aperto e reattivo al fluire del tempo.

Crediti fotografici: Roberto Poli

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