La danza contemporanea per molti è un grosso calderone in cui tutto ciò che si muove e non è classificabile nei generi del balletto o della danza moderna è chiamato “danza contemporanea”.
Ovviamente non è così.
Le differenze con i generi precedenti sono molte. In primis la danza contemporanea è un mondo in continua evoluzione che, pur avendo tantissime regole e tantissime tecniche da cui attingere, non ha dei codici scritti e stabiliti.
Inoltre l’arte, la danza o il teatro contemporaneo rispecchiano la società attuale diventando portatori di un messaggio che cresce, si evolve e cambia in base a ciò che circonda una data creazione nel momento della sua nascita. A seconda del luogo e del periodo storico cambiano le tematiche trattate, le regole, il modo di approcciarsi e il linguaggio.
Prima di affrontare il suo aspetto “contemporaneo” cercheremo in tre appuntamenti di dipingere il cammino evolutivo di questo genere attraverso i secoli.
L’Ottocento è il secolo dell’armonia e dell’aristocrazia ed il balletto romantico dell’epoca ne racchiude tutti i valori. Nel 1910 con la morte di Marius Petipà, uno dei coreografi più celebri del mondo classico, il balletto si trasferisce nel Nuovo Continente dove inizia un processo di profondo rinnovamento. L’America, essendo un contenitore di artisti, danzatori, coreografi, compositori e scenografi in pieno fermento culturale, crea non solo “linguaggi nuovi” ma rinnova tutte le forme d’arte permettendo al corpo danzante di formulare nuove riflessioni.
Tra fine Ottocento e inizio Novecento un gruppo di danzatrici americane Loie Fuller, Ruth St. Denis e Isadora Duncan iniziano a riflettere su alcuni concetti riguardanti la natura del movimento, primo tra i quali il poter danzare liberi da regole accademiche, iniziando così la loro ricerca di individuazione di un motore nel corpo che possa rendere quanto più naturale il movimento del danzatore.
Questo fermento culturale segna la nascita delle principali tecniche della Modern Dance Americana: la tecnica Graham, la tecnica Horton, la tecnica Nikolais, la tecnica Limón e la tecnica Cunningham.
Cosa accumuna tutte queste Tecniche? Tutte hanno un codice, tutte prendono il nome del loro padrino o madrina, tutte hanno cambiato l’approccio al movimento del danzatore che fino ad allora era stato abituato a studiare con una mano alla sbarra.
Ovviamente dobbiamo molto a queste tecniche perché hanno fatto da ponte tra il balletto classico e l’attuale danza contemporanea.
Martha Graham ha portato il danzatore per la prima volta a studiare portando le mani al pavimento, ha individuato nei movimenti di contraction e release i principi della sua tecnica; Lester Horton ha sviluppato una tecnica basata sulla forza, sulla flessibilità e sull’esplorazione dei punti articolari; Jose Limón ha iniziato una ricerca basata sul centro del corpo, sul peso del corpo e sulla forza di gravità; Alwin Nikolais invece ha svuotato il danzatore di tutte le tensioni emotive concentrandosi sul peso, sulla massa e sul volume del corpo.
Il maggiore punto di svolta e anello di congiunzione tra la Modern Dance e la Danza Contemporanea è stato Merce Cunningham che con la sua tecnica ha rivoluzionato le idee di spazio e tempo.
Nel balletto lo spazio viene utilizzato sempre a favore di pubblico, si dà un’estrema importanza al centro della scena, luogo in cui di solito danzano solo solisti o primi ballerini, il corpo di ballo solitamente funge da cornice scenografica e i passi di danza sono creati sulla partizione musicale. Con l’arrivo di Cunningham lo spazio assume un senso democratico, in ogni luogo del palcoscenico può danzare chiunque, si scopre che il danzatore può danzare anche di schiena al pubblico, i gruppi danzano e non fungono più da cornice, la danza smette di essere un’arte a servizio della musica.
La Danza diventa Danza a 360°.
Tutti questi coreografi fonderanno le loro compagnie con generazioni di danzatori che col passare degli anni a loro volta si troveranno davanti a due scelte: seguire le orme dei loro maestri oppure fare tesoro degli insegnamenti dei loro maestri e percorrere altre strade…
Ma di queste altre strade parleremo nel prossimo appuntamento con la DANZA CONTEMPORANEA.