Un’italiana al Salon Canning

di Vittoria Maggio
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Scalabrini Ortiz:  una via larga, lunga, architettonicamente poco significativa del famoso quartiere Palermo, trafficata, con case anonime, non certo quelle colorate che contraddistinguono il resto del barrio.

Al numero 1331 si apre un portone in alluminio, un corridoio poco illuminato dalla vaga atmosfera da edificio di sanità pubblico,  una porta a vetri, e poi, finalmente,  l’ampio salone!

Ottima pista con pavimento in legno, grandi poster del tango alle pareti, tavolini per cenare, un bar dal pavimento a scacchiera con mattonelle grigio nero, e musica rigorosamente dal vivo che avvolge gli abbracci di tangueri che arrivano da ogni parte del mondo.

Un luogo autentico per tangueros portegnos, una meravigliosa milonga, una tappa fondamentale: se si ama il tango non si può  non andare al Salon Canning, una volta  a Buenos Aires.

È il tempio del tango…il sogno di ogni ballerino: il suo parquet è stato ballato dai più grandi, è il luogo dove chi indossa le lucide scarpe o i vertiginosi tacchi vuole essere un giorno della sua vita.

Questa notte, lunedì 8 gennaio la locandina del Salon Canning annuncia una serata ricca con la musica dal vivo del Quinteto El Cachivache e  con tre coppie di ballerini che si esibiranno.

Tra i nomi argentini elencati ne spicca uno, italianissimo, semplice, senza la vezzosità di un nome artistico, senza diminutivi o ammiccamenti vari. È il nome di una professionista nostrana, di “casa nostra”, una donna dalla lunga e seria carriera artistica iniziata da ragazzina, costruita su seri studi con grandi maestri; un percorso d’arte che ha toccato le varie forme dello spettacolo, dalla danza al musical, il canto, la recitazione, una ricerca artistica continua che è stata poi canalizzata nella grande passione per il tango argentino.

Una donna magnetica, dalla forte presenza scenica: chi ha visto ballare Loredana Sartori, sicuramente è rimasto impressionato dal suo lungo stacco di coscia da gazzella, dai suoi boleos vertiginosi e dal suo sguardo fiero.

Loredana Sartori è stata “raggiunta” dalla nostra rubrica e ci ha regalato le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi ricordi intimi prima del suo battesimo di questa grande serata:

“Mi sento onorata di poter  ballare in un luogo così prestigioso. Quel pavimento di legno così morbido ha accolto i migliori ballerini del mondo!

Il Salon Canning è il mio primo ricordo del mio primo viaggio a Buenos Aires, 11 anni fa….che emozione!

Ballavo Tango da poco tempo e ascoltavo spesso il CD dei Color Tango,  regalo di una mia cara amica. Arrivata a Buenos Aires la mia prima milonga fu proprio il Canning, quella sera si esibivano i Color Tango!!

A quei tempi avevo altro per la testa, le mie ambizioni erano altre, lavoravo come performer nei musical, pensavo che il tango fosse solo una passione passeggera…

Chi l’avrebbe mai potuto immaginare!!

E invece eccomi qui…nel tempio del Tango!

Stranamente, mi sembra di essere un po’ meno emozionata, certamente grazie al calore attorno a me che mi incoraggia e perché qui c’è un modo diverso di accogliere i ballerini.

L’esibizione è considerata come qualcosa che aggiunge un altissimo valore alla serata, il momento attorno al quale ruota il flusso della danza stessa. Le coppie che si esibiscono sono attese con grande emozione.

Ci sono molte persone tra il pubblico, maestri, ballerini professionisti, viejos milongueros che conoscono bene il tango, ne conoscono ogni sfumatura….apprezzano o meno la tua proposta, non possono essere tutti “ conquistati” , non si può piacere a tutti… La cosa bella è che ti esibisci davanti ad un pubblico che ha visto muchissimo tango, un pubblico esperto e che al di là del gusto e dello stile ti supporta e ti sostiene perché rispetta, con cognizione di causa, il tuo lavoro! Chiuderò gli occhi stasera, un sogno si realizza!”.

Mucha mierda come si dice fra gli artisti, cara Loredana, fai brillare la tua stella, l’arte della danza  è tra i tuoi boleos, il tuo sorriso e l’abbraccio avvolgente e rassicurante del tuo compagno!

Come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio!

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