La scuola del Teatro San Carlo resta chiusa. Il flash mob delle allieve: “Che ne sarà di noi?”

di Francesco Borelli
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Napoli sotto i riflettori. Ancora una volta.

Tante le notizie che in questi giorni si rincorrono senza sosta, mille le domande e molteplici le paure. Chiuderanno le scuole di danza? Il governo sarà in grado di aiutarci? Che ne sarà di un intero settore, quello delle scuole di danza? Che cosa ci riserverà il futuro?

Dopo il discorso di Giuseppe Conte della scorsa domenica, serpeggia tra molti un vago sospetto. E se l’ultimatum dato alle palestre, e quindi alle scuole di danza – alle palestre siamo equiparati- rappresentasse solo uno scarico di responsabilità? Della serie: “Io vi ho dato la possibilità di restare aperti e rispettare i protocolli. Non lo avete fatto? Bene, chiudiamo tutto. Ma non aspettatevi alcun tipo di sussidio perché la responsabilità è solo ed esclusivamente vostra”.

Ma torniamo a Napoli e alla Scuola di ballo del Teatro San Carlo, da anni eccellenza della città campana. Nella giornata di ieri le allieve della rinomata scuola hanno levato la propria voce e hanno deciso di farsi sentire. Dopo sette lunghissimi mesi di stop forzato infatti, le sale danza della rinomata e prestigiosa fucina di futuri danzatori, dovevano riaprire le proprie porte. Ma l’ordinanza regionale ha chiuso anche la scuola del San Carlo. La delusione ha portato al presidio e al flash mob delle aspiranti étoile in Galleria Umberto I. La domanda delle giovani danzatrici e di tutto il comparto docenti è la seguente: “Le palestre aperte e la scuola di ballo del San Carlo chiusa? Il presidente De Luca e il San Carlo ci dicano se è un’eccellenza del Sud o no”.

Foto: Riccardo Siano

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