Scenari futuribili, sequel:
1.
In automobile:
“accendi la radio, dai, che il viaggio è lungo”
fuzz…blablabla….fuzzz…blablabla
“Oh ma non riesco a trovare una frequenza dove fanno musica, sento solo gente che parla”
“ma non lo sai? in Italia hanno ammazzato la cultura, quindi abbiamo chiuso con la musica!”
“…”
2.
Al telefono:
“ti va di andare al cinema, stasera?”
“wow! Sì, che bello, cosa danno?”
“aperitivo etnico e poi sangria”
“eeeehhh?”
“ma non lo sai? In Italia hanno ammazzato la cultura, quindi al cinema adesso si va per bersi un bicchierino prima di cena”
“…”
3.
Estate:
“che ne dici se questo weekend andassimo a fare una grigliata?”
“bellissima idea!”
“allora vai in libreria a comprare qualche volume per accendere il fuoco”
“cosa, scusa?”
“ma non lo sai? In Italia hanno ammazzato la cultura, adesso le librerie svendono tutto perché non sanno più cosa farsene di tutta quella letteratura!”
“…”
4.
Interno giorno
“domani vado a fare una partitella a tennis con i colleghi”
“prato o terra battuta?”
“museo”
“….museo?”
“ah, non lo sai? In Italia hanno ammazzato la cultura, i musei si sono venduti tutto e riconvertito gli ambienti a centri sportivi. Effettivamente, dai, tutto quello spazio sprecato per quattro pezzi di tela e qualche blocco di marmo …”
“…”
5.
Esterno notte
“Oh, è già ora di cena, andiamo a teatro per mangiare qualcosa?”
“…a teatro?”
“ah, non lo sai? In Italia hanno ammazzato la cultura, così adesso in teatro si sale sul palco per scofanarsi gli arrosticini con le puntarelle!”
“…”
Ops, rettifica: l’ultimo scenario non è futuribile, è già accaduto a Milano, città in cui un teatro che ogni anno presentava una stagione di tutto rispetto, è stato chiuso per fare posto ad un ristorante. La guerra alla cultura è cominciata molto prima di Wuhan, e nessuno sembra essersi accorto di niente, tranne noi che con la cultura ci viviamo.