Lia Courrier: “Le scarpette da mezza punta e la creatività degli allievi”

di Lia Courrier
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Atteggiamenti degli allievi che scatenano la mia ’inner Agrippina’ n. 45

La creatività degli allievi danzerini a volte si esprime anche dove non dovrebbe. Un esempio? Le scarpette da mezza punta: lo strumento più diffuso e omologato del mondo, diventa inopportuno territorio di ricerca ‘artistica’, che ha come risultato le più fantasiose soluzioni.

C’è chi le usa fino a che ne rimane solo un lontano ricordo attorno al piede. E non è solo per il costo che non ci si decide a cambiarle. La scarpa estremamente vissuta dona a chi la indossa quell’aura un po’ maledetta e bohémien che piace tanto ad ogni artista, il sottinteso è: “chissà quanti tendus hanno visto quelle scarpe per essere conciate così”. Via libera a dita di fuori, allora, incrostazioni di pece mista a polvere di palcoscenico, rattoppi, cerotti utilizzati per tenere insieme i pezzi, sbuffi e ciuffetti di stoffa lisa a fare occhiolino tutte le parti. Feticisti.

C’è poi chi si ostina ad acquistare scarpe color carne per poi indossarle sulle calze rosa. Ragazze: non si può fare. So di non essere, io per prima, una regina di eleganza, ma la scarpa color carne si mette sul piede nudo, quella rosa sulle calze rosa e, per i ragazzi, quelle nere sulla calzamaglia nera. Serve ad allungare la linea, capite? A creare continuità cromatica. La scarpetta bianca sulla calzamaglia nera farebbe un brutto piede anche a Malakov, per intenderci.

Ci sono le nostalgiche, che preferiscono cucire laccetti alle scarpe da mezza, nonostante vengano vendute con gli elastici già applicati, almeno al tallone. Mi prende un senso di costrizione quando vedo quelle caviglie strangolate come salamini, specie quando i lacci non sono ben sistemati e il nodino viene fuori. Da brivido.

Alcuni, non so spiegarmi il perché, vivono nella convinzione che le scarpe per danzare debbano essere strette. Nonostante spesso mi ritrovi a spiegare come provare le scarpe in negozio, a ripetere più volte che il piede deve stare comodo nella scarpa, con le dita in grado di muoversi, li vedo entrare tronfi in sala, con un compiaciuto sorriso da stregatto stampato in faccia, indossando le loro belle scarpette fiammanti, ad avvolgere il povero piede come il budello di un insaccato, con le dita che fanno ammucchiata selvaggia ad ogni mezza punta, in assenza di ossigeno. Pessima strategia.

AAAHHH!!! Quanta creatività…pure troppa.

(ogni riferimento è puramente casuale)

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