Con l’intento di creare un ponte di comunicazione fra la futura generazione di coreografi e l’attuale generazione di direttori, il Centro di Danza 92nd Street Y ha aperto, negli scorsi mesi, una call per coreografi emergenti per coinvolgerli nell’ambito di un nuovo evento virtuale, il Future Dance Festival.
La chiamata è stata accolta da una quantità inattesa di artisti, 185 in totale, che hanno sottoposto all’esame della giuria i loro lavori, ricchi di talento, spunti, nuovi punti di vista e nuovi vocabolari.
Data l’elevata partecipazione il Festival ha accolto un totale di 21 lavori, presentati in 3 diversi fine settimana: il primo ha avuto luogo dal 9 all’11 aprile; seguiranno il 16-18 e il 23-25 aprile p.v.
I biglietti sono acquistibili al seguente link www.92y.org/event/future-dance-festival e i programmi saranno disponibili dal mezzogiorno del venerdì fino alla mezzanotte della domenica.
Taryn Kaschock Russell, direttore del 92Y Harkness Dance Center, racconta: “Quando è nata l’idea per questo Festival abbiamo cercato di dare connessione e speranza a una generazione di artisti emergenti che si è trovata, all’improvviso e per un tempo indefinito, impossibilitata a procedere nella propria carriera. Siccome le adesioni continuavano ad arrivare è diventata evidente la necessità di estendere l’idea, e ripensare a come gestire il nostro ecosistema artistico in modo da non offrire soltanto occasione di visibilità ma anche cominciare a lavorare attraverso investimenti importanti per aiutare queste nuove voci a farsi sentire.
Siamo migliori insieme e se, quando usciremo da questa pandemia, torneremo a lavorare ognuno per sé, avremo perso la coscienza collettiva che abbiamo raggiunto nel corso di questo anno difficile.
I semi che presto fioriranno sono una nostra responsabilità. Dobbiamo lavorare insieme per crescere il futuro della danza”.
Fra i 21 giovani coreografi selezionati c’è anche un’italiana, Beatrice Panero.
La sua coreografia, dal titolo A hypothesis of Do-rilla, farà parte del programma del terzo appuntamento, previsto per il 23-25 aprile.
Torinese, classe 1991, Beatrice è attualmente ballerina presso la Compagnia di Danza del Konzert Theater Bern in Svizzera.
Come coreografa è invitata nel 2018 al 32° Concorso Internazionale di Coreografia ad Hannover, in Germania, e nel 2019 è ospite presso il Teatro Stabile di Ulma per la produzione di danza Faces of Love.
Parallelamente svolge anche attività di formazione, in qualità di docente di danza contemporanea, per il programma di formazione professionale presso ASBallet a Berna, in Svizzera, ed è invitata a vari festival e stages internazionali.
Com’è nato questo tuo lavoro e cosa esprime?
Il mio solo coreografico, A hypothesis of Do-rilla, nasce dalla collaborazione con il collega e amico Winston Arnon. È un performer straordinario e dunque volevo creare qualche cosa con lui e per lui. La mia prima fonte di ispirazione per il solo è stata il testo della cantata di Antonio Vivaldi Cessate omai cessate.
È il racconto di un uomo perso in sé stesso, furioso ma chiaramente felice. Do-rilla, il suo pensiero costante, lo perseguita. Un’ipotesi su ciò che un individuo può provare dopo essere stato profondamente ferito, delle conseguenze alle quali potrebbe andare incontro.
Come ti definiresti in quanto artista?
Creo i miei “dipinti coreografici” sul momento, iniziando da un’idea, da un concetto. Mi lascio ispirare dalla musica e dai danzatori intorno a me, realizzando l’atmosfera che ho nella mia mente, un concetto che esprimo attraverso i movimenti e non tramite le parole. Per me i danzatori, i loro corpi, sono essi stessi coreografia: mi suggeriscono impulsi da cui inizio a creare, elaborandoli.
Mi piace pensare a me stessa come un’origine di impulsi artistici, potrei definirmi un’impressionista.
Per info sul Festival e su Beatrice Panero:
www.92y.org/event/future-dance-festival
Crediti: Dan Glazer