Lia Courrier: “Nomenclatura e tecnica dei passi!”

di Lia Courrier
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Uno di quei territori minati che possono diventare terreni di battaglie, più o meno appassionate, per i nerd del balletto. Basti solo pensare all’ormai annosa diatriba sull’assemblé: è un salto che parte da una gamba o da due? Ancora se ne parla.

Non ho ricevuto una formazione in Accademia di Balletto, ma la mia maestra era una ballerina della Scala, e per noi lei era portatrice non solo di tecnica ma di tradizione, parlava come un libro stampato e pendevamo dalle sue labbra. In seguito ho studiato con tanti grandi maestri, all’epoca c’erano lezioni professionali ovunque, con accesso esclusivo ai possessori di una posizione lavorativa e il livello degli studenti e degli insegnanti era alto. Lì ho notato che ognuno di questi maestri (provenienti da mezzo mondo), chiamava i passi in modo leggermente diverso. Ho sentito chiamare rond de jambe en l’air i movimenti più svariati, ad esempio, quando la mia maestra era stata molto precisa a riguardo. Una volta, davanti ad un maestro francese ho detto pas de chat, e lui è scoppiato a ridere dicendo che quel salto si chiama saut de chat, e potrei continuare a lungo.

Il fatto di non avere una formazione accademica è diventata una ossessione quando ho cominciato ad insegnare. Bastava che uno studente mi dicesse: “ma il mio maestro questo movimento lo chiama così e cosà” per mandarmi in crisi, perché sentivo di non sapere abbastanza, così per anni ho assillato tutti i colleghi che invece erano stati formati secondo blasonata tradizione, chiedendo loro ogni piccolo dettaglio per fugare i miei dubbi, raccogliendo una quantità immensa di dati. Devo ammettere, e questo ha sedato il mio patologico sentirmi inadeguata in ogni occasione, che molto spesso ho ricevuto versioni diverse da ognuno di loro, anche in modo sostanziale, ma ciascuno giurava di avere la versione corretta.

Al che ho capito che una tecnica basata su un codice, che viene tramandato da secoli per via orale, quasi in tutto il mondo, attraverso diverse scuole di riferimento, ha omeostaticamente stratificato una serie di informazioni, ne ha trasformate altre, mentre alcune sono addirittura ormai da considerare desuete. Non dico che la nomenclatura non sia importante, anzi, nelle lezioni ci tengo molto a spendere del tempo per analizzare i nomi e la loro traduzione letterale, ma penso anche che questa sia solo una parte della storia, non tutta.

E poi …lo dico sempre agli allievi, di non prendere le mie parole per oro colato!

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