“Pinocchio Il Grande Musical” della Compagnia della Rancia va in scena in Germania

di Alessandra Colpo
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Non accadeva dai grandi successi del repertorio di Garinei e Giovannini che un musical italiano venisse tradotto in un’altra lingua.

Dopo la Corea e New York (dove è stato rappresentato in italiano), ha debuttato lo scorso 1 luglio al Festival di Luisenburg a Wunsiedel in Germania la prima versione tedesca di “Pinocchio Il Grande Musical”, lo spettacolo di Saverio Marconi ispirato al romanzo di Collodi, con le musiche dei Pooh.

La storia del Festival, che dal 1890 coniuga tradizione e modernità, è scritta tra le pietre del più grande labirinto roccioso d’Europa, che fa da sfondo a questo suggestivo e unico teatro all’aperto da 2000 posti (attualmente ridotti a 1100) accogliendo ogni estate più di 150.000 spettatori. Una straordinaria ambientazione che rende ancora più magica la storia del burattino più famoso al mondo in una riduzione appositamente pensata per bambini e famiglie (lo spettacolo va in scena alle 10.30 del mattino, date fino al 15 agosto, info su www.luisenburg-aktuell.de) che sposa appieno i valori dell’avvicinamento al teatro attraverso produzioni di qualità e della formazione all’esperienza teatrale sostenuti da Compagnia della Rancia.

La produzione di questa versione tedesca del musical, inizialmente prevista per l’estate 2020, è il risultato di una costruttiva collaborazione, capace di superare anche le difficoltà dovute all’emergenza Covid. tra Compagnia della Rancia, il traduttore Hartmuth Forche e la direttrice artistica del teatro Birgit Simmler.

La regia è di Markus Pol, la direzione musicale di Philipp Riedel e le coreografie di Tim Zimmermann. Il ruolo di Pinocchio è interpretato dal giovane Maurice Daniel Ernst.

Dopo la Germania, a settembre sarà la volta del debutto di “Pinocchio” in Polonia, unendo ancora una volta la cultura, la creatività e l’identità italiana con uno dei personaggi più emblematici della nostra letteratura e una delle storie italiane più conosciute all’estero.

Crediti fotografici: Florian Miedl

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