LILI ELBE SHOW, di cui avevamo annunciato il debutto, è uno spettacolo commissionato a Riva&Repele dal 46° Cantiere Internazionale d’Arte. Presentato in anteprima a Roma al Teatro Brancaccio e in prima assoluta a Montepulciano, questo lavoro coreografico si avvale della preziosa collaborazione di Azzurra Di Meco che ha curato il coordinamento artistico e di un cast d’eccezione composto da Sasha Riva, Simone Repele, Silvia Azzoni, Yumi Aizawa, Jamal Callender. Nella versione definitiva, presente anche l’Ensemble della Scuola di Musica di Fiesole guidato dal M° Marc Niemann, miglior direttore 2018 secondo la critica tedesca e alcune giovani danzatrici che hanno avuto l’opportunità di approcciare il lavoro di Sasha Riva e Simone Repele e di esibirsi nel prologo.
“Non importa cosa indosso perché quando sogno, sono i sogni di Lily”
Ispirato a The Danish Girl, fim diretto da Tom Hooper, a sua volta adattamento del romanzo biografico di David Ebershoff, Lili Elbe Show mette in scena la storia del primo transgender, l’artista Einar Wegener, icona dei diritti civili, dal matrimonio d’amore con Gerda (Silvia Azzoni) alla presa di coscienza della propria sessualità, fino alla decisione di sottoporsi alla chirurgia, nonostante all’epoca i rischi fossero elevati, per liberare il proprio vero sé. Temi trattati con grande gusto poetico tramite un linguaggio coreografico chiaro e leggibile non perché didascalico, ma perché attuale e capace di attraversare in modo estremamente fluido diversi stati d’animo mantenendo indiscutibilmente alto il livello tecnico e la qualità del movimento.
Protagonista è l’amore, non solo quello impiegato dagli artisti nella creazione di una performance tanto intensa, ma l’amore di Einar per la sua vera essenza, Lili, per cui è disposto a rischiare tutto e l’amore totale e incondizionato di Gerda che le dà la forza di accettare e supportare un cambiamento che le stravolgerà la vita.
Il lavoro può essere letto, oltre che come biografia di un personaggio noto, come metamorfosi, come transizione alla ricerca di sé stessi, un percorso che riguarda tutti. Ecco perché, in primo luogo, lo spettatore si sente profondamente coinvolto nella vicenda che gli si snoda davanti agli occhi e a cui vuole partecipare.
Verso la fine della performance, l’aria sulla quarta corda di Bach è il momento del pathos e della commozione: la bellezza della musica e della danza che coinvolge tutti gli interpreti di “Lili Elbe Show” libera le emozioni dello spettatore ormai totalmente catturato dal racconto che non è più la storia di Einer/Lili ma anche la sua e quella di ogni essere umano quando si sente smarrito, incompreso, diverso.
Il mix di ingredienti funziona: la scelta musicale, gli interpreti, i costumi, la scenografia fatta di pochi elementi dal chiaro valore simbolico, come lo specchio che rappresenta la presa di coscienza di Lili e la cornice da cui escono vari personaggi. Ottimo il disegno luci, l’uso della voce che Simone Repele, dotato di un bellissimo timbro, gestisce con abilità attoriale e soprattutto la danza di cui rimane un ricordo di fluidità e capacità narrativa che non cade mai nel banale e non ha carattere meramente descrittivo ma evocativo in grado di emozionare la platea e rapirne l’attenzione dall’inizio alla fine della performance. Un effetto “altra dimensione” apprezzato sia a Roma che a Montepulciano.
Nel silenzio, il grido “Lili” annuncia la fine. Lili muore ma muore libera, liberando anche noi con un effetto catartico che, oggi più che mai, nel terribile momento storico che stiamo vivendo, ci ricorda quanto sia indispensabile, importante e vitale frequentare l’arte.
Uno spettacolo da non perdere alla prima occasione in cui verrà rimesso in scena.
LILI ELBE SHOW
Coreografia: Simone Repele e Sasha Riva
Con Sasha Riva (Einar Wegener/Lili Elbe), Simone Repele (The Announcer), Silvia Azzoni (Gerda Wegener), Yumi Aizawa (La Petite Femme Fatale), Jamal Callender (The Manden) e l’Ensemble della Scuola di Musica di Fiesole
Direttore: Marc Niemann
Coordinamento artistico: Azzurra Di Meco
Musiche di Bach, arrangiamenti Gorini (prima assoluta su commissione 46° Cantiere), Dan Haugaard e Folkstow
Una coproduzione Fondazione Cantiere e Riva&Repele
In collaborazione con Accademia di Belle Arti Santa Giulia, Guido Levi lighting lab e Daniele Cipriani Entertainment