Nella ‘Milano da bere’ che si crede così cosmopolita ed europea non si può neanche uscire a bere un bicchiere con gli amici senza correre il rischio di essere aggrediti.
Mentre lavoro a questo articolo (che non avrei mai voluto scrivere), dopo aver visionato delle immagini (che mai avrei voluto vedere), il noto danzatore e coreografo Matteo Levaggi sta cercando di riprendersi dopo essere stato vittima di un brutto episodio di violenza omofoba avvenuto proprio ieri sera a Milano.
Dalla sua pagina Facebook sbotta:
“Omofobia stop! Esci sotto casa a prendere un drink e torni a casa così! Senza aver detto nulla e senza aver provocato nessuno”.
Il post è corredato da una foto in cui si vede con il volto tumefatto e gonfio, diversi punti al sopracciglio e al labbro e anche una mano totalmente livida, mentre si trova sdraiato sulla lettiga del pronto soccorso.
Inutile dire che tutta la redazione di Dance Hall News si stringe in un abbraccio attorno a Matteo Levaggi, a cui auguriamo di riprendersi presto, con la speranza che questo episodio possa diventare per lui solo un brutto ricordo, anche se in questo caso, forse, le ferite nel corpo fisico sono persino quelle meno dolorose, rispetto a tutto ciò che si smuove a livello emozionale.
Essere aggrediti perché donna, o omosessuale, o dalla pelle colorata, o perché sei disabile, clochard…l’elenco delle vittime dell’ignoranza sono tante, troppe, è ora di dire basta a questa deriva da far west, in cui comanda la violenza. La rabbia repressa delle persone sta diventando una polveriera pronta ad esplodere alla minima scintilla, distruggendo tutto ciò che trova, e se non è possibile educare i soggetti violenti, allora l’unica cosa che può servire è una legge che garantisca pene certe e gravi per chi usa violenza sull’altro senza alcuna motivazione. Quella stessa legge che tra i festeggiamenti di tutti i (pochi) presenti è stata eliminata dall’agenda del governo qualche mese fa, con una manovra studiata a tavolino.
Tutta la solidarietà a Matteo, quindi, e da parte nostra una ferma condanna contro gli autori di questo atto e contro tutti coloro che bullizzano, insultano, picchiano, mobbizzano chiunque percepiscano come minaccia. Sì, perché è dalla paura che si muove l’ignoranza, dalla paura di ciò che è diverso e non si riesce a comprendere, allora si annienta, si schiaccia come un insetto.
Ne usciremo migliori?
Pare di no.