Vigilia di Natale, ci siamo arrivati anche quest’anno.
Qualcuno un po’ ammaccato, qualcuno un po’ triste, molti di noi con meno ricchezza monetaria, ma comunque siamo qui, e questo è già tanto, con i tempi che corrono.
Ogni volta che arriva Dicembre dentro di me cominciano a risuonare le indimenticabili note dell’opera più famosa di Pëtr Il’ič Čajkovskij, che ha deliziato generazioni di appassionati ballettomani ma non solo, anche i coreografi che si sono voluti cimentare con questa partitura, nel tentativo di dare il proprio contributo, come Marius Petipa, Lev Ivanov, Rudolf Nureyev, George Balanchine, Roland Petit, Mark Morris, giusto per citarne alcuni; per non parlare di Walt Disney, che con la suite di questo balletto ha creato un episodio di Fantasia in cui fanno la propria comparsa degli adorabili funghetti danzanti.
Esiste una scena di questo balletto, però, che fin da piccola guardavo con riluttanza, e che ogni volta mi lasciava in bocca il sapore amaro dell’ingiustizia, ossia la scena dell’esercito di topi. Non potevo sopportare la violenza della guerra, dello scontro corpo a corpo, in cui alla fine queste povere creature (il male) dovevano sempre soccombere per mano di Schiaccianoci (il bene). Ma dovete sapere che per me è insopportabile anche vedere King Kong o Godzilla cercare di difendersi dai continui e sanguinosi assalti, fino all’inevitabile epilogo. Dal mio punto di vista questa separazione tra bene e male è sempre stata priva di significato, una visione troppo semplicistica e infantile, rispetto alla complessità dell’esistenza e delle sue manifestazioni.
Ho sempre nutrito un grande amore e rispetto per gli animali, a guardarmi indietro dai miei anni maturi mi rendo conto di essere probabilmente nata vegana, purtroppo costretta a mangiare ciò che mi disgustava a causa di false certezze pseudoscientifiche sulla nutrizione, per me incomprensibili. Fatto sta che quella parte del balletto mi dava fastidio e quando la guardavo dalla videocassetta spesso mandavo avanti il nastro per non assistere a quel triste spettacolo, inadatto ai cuori deboli come il mio.
Credo che Clara sia stata vittima di un condizionamento culturale, che riguarda la percezione che la maggior parte delle persone ha dei topi, considerati sporchi, pericolosi, schifosi, esseri immondi indegni di vivere. La scena che tutti abbiamo visto in fumetti, cartoons e film è quella in cui una donna urlante, in piedi sulla sedia, chiama qualcuno per liberarsi di un piccolo, minuscolo topolino che scorrazza in cucina. Dal mio punto di vista prematuramente antispecista, ancora prima di conoscere questa parola e il suo significato, i topi sono creature del divino almeno quanto Clara e Schiaccianoci, e quindi non capivo perché dovessero essere così brutalmente uccisi.
Trovo estremamente carini tuti i roditori, con quei loro musetti paffuti che si muovono veloci. Nel balletto si vedono sempre sbucare di notte, quando Clara si è addormentata sulla poltrona davanti all’albero, si muovono furtivi curiosando attorno a lei, forse per assicurarsi che non ci sia pericolo, prima di andare alla ricerca di cibo, perché questo interessa ai topini che si aggirano per le vecchie case di notte. Ma non appena Clara apre gli occhi, si sente subito minacciata dalla loro presenza e salta in piedi sulla poltrona, terrorizzata. A quel punto arriva quel gran secchione di Schiaccianoci, vestito da ussaro, ed ecco che subito sfodera la spada per fare il figo davanti a lei. Da lì un massacro: o finiscono sotto alle palle di cannone o infilzati come spiedini sulla lama di schiaccianoci. Una scena agghiacciante di inaudita violenza.
Ecco cosa accade quando un pregiudizio offusca la capacità di discernimento e una visione lucida delle cose. Nel mio schiaccianoci ideale, in quella scena si aprirebbero dei negoziati, seguiti da armistizio, in cui i topi spiegherebbero che i loro occhi sono luminosi al buio perché riflettono la luce in modo diverso da quelli umani, ma non sono occhi demoniaci, e che avevano paura di Clara, così alta e forte rispetto a loro, per questo la stavano guardando così da vicino, per assicurarsi che dormisse. Schiaccianoci potrebbe spiegare che è stato allevato come militare, limitandosi ad eseguire gli ordini senza pensare, considerando la guerra un processo necessario per conquistare non solo le terre ma anche il cuore di Clara. Allora Clara si scuserebbe con i topi per aver pensato male di loro, magari gli offrirebbe in dono del formaggio, e direbbe a schiaccianoci che un mazzo di fiori e un invito a cena è più che sufficiente, senza bisogno di fare una strage. A quel punto non resterebbe che usare le spade per cuocere mashmallows su un fuoco, attorno al quale danzare tutti insieme fino al sorgere del sole: topi, umani e pupazzi magici. Non sarebbe davvero una bella favola così?
Basta guerre. Questo rappresenterebbe davvero un salto quantico per tuta l’umanità, ma per farla finita con le guerre, il conflitto deve cessare nei nostri cuori. Allora questo è l’augurio che faccio a tutti noi, che nei nostri cuori non ci sia più posto per l’odio e per la paura.
Buona Natale, e che i vostri banchetti possano essere rispettosi della vita e degli animali.