Roberto Bolle al Salone del libro, cosa ha detto davvero sui Russi

Esclusi dai suoi gala, lo dichiara nell'intervista a Repubblica

di Fabiola Di Blasi
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Parole che danzano, così si chiama il libro per cui Roberto Bolle si trovava a Torino alla più importante fiera italiana dell’editoria, quest’anno a tema “Cuori selvaggi”. Il libro, edito Mondadori Electa, è la storia dell’ étoile dei due mondi raccontata in prima persona col supporto di molto materiale fotografico.

Se in un primo momento ci siamo rallegrati per la partecipazione di un rappresentante del mondo della danza alla manifestazione, abbiamo poi ceduto anche noi allo sconforto che certe parole hanno dato ai lavoratori del settore, come si evince dai post sui social. Coi tempi che corrono, infatti, la guerra è inevitabilmente entrata anche al Salone del libro e a Bolle non è stata risparmiata qualche domanda, in mezzo a quelle sui suoi gala e a quelle sui suoi muscoli, si intende. È curioso come le maggiori testate italiane riescano non solo a porre sempre gli stessi quesiti agli artisti ma a ritagliare uno spazio per raccontare “il fisico perfetto a 47 anni”, roba che ci si aspetterebbe di trovare solo su alcuni magazine… Ma torniamo alla guerra. L’argomento è delicato e può portare anche allo scontro, come si è visto con Elio Germano e Pif.  Sicuramente il vortice di opinioni che continua ad essere alimentato dai media non fa bene a nessuno. La storia, anche recente, ci insegna che sarebbe meglio far parlare chi ha elementi per analizzare una situazione così complessa (i famosi esperti del settore che non sembrano andare più di moda).

Per quanto riguarda il nostro ambiente, molti si sono chiesti se veramente Bolle avesse fatto certe dichiarazioni. Nello specifico:

“Non inviterò al mio spettacolo ballerini russi, non hanno colpe ma è giusto dare un segnale politico”. (Per correttezza, rimandiamo al link della breve intervista https://video.repubblica.it/metropolis/salone-del-libro-2022-roberto-bolle-non-invitero-al-mio-spettacolo-ballerini-russi-non-hanno-colpe-ma-e-giusto-dare-un-segnale-politico)

Difficile negare l’evidenza… Bolle ha davvero detto quelle parole anche se, bisogna ammettere, non senza difficoltà e imbarazzo…  È evidente il tentativo della giornalista di farlo esporre. Incastrato o no, Roberto Bolle ha detto certamente quello che pensa. Così, mentre nell’ambiente si discute e si cerca di ostacolare da mesi la russofobia che ha già creato parecchi danni (programmi di concerti senza compositori del calibro di Čajkovskij e Stravinskij, danzatori di fama mondiale esclusi dagli spettacoli, Dostoevskij bandito dall’Università…), uno dei maggiori esponenti della danza nel mondo rema in senso contrario. Per dare un segnale politico. Ma siamo certi che questo segnale arriverà? Chi è il destinatario? Avrà considerazione per il mondo della cultura e dello spettacolo? Non sarebbe meglio, invece, per una volta, rimanere uniti guardando tutti nella stessa direzione, cioè quella in cui non si esclude nessuno perché l’arte è un linguaggio universale che unisce i popoli? Se fino ad ora abbiamo predicato questo, perché scindersi e tirare in ballo il messaggio politico quando proprio dalla politica dovremmo liberarci, considerati i danni che causa, da sempre, a un settore a cui non riserva mai abbastanza attenzione? Questo non significherebbe essere contro l’Ucraina (come si potrebbe?) ma sarebbe un messaggio di pace, un rifiuto categorico di questa guerra.

Senza voler criticare troppo Bolle, che saprà certamente spiegarsi meglio in altre sedi, riportiamo un’altra sua dichiarazione con “parole che danzano” meglio e che troviamo più apprezzabili:

“Se il mio Paese fosse stato assalito come l’Ucraina cosa avrei fatto? Forse mi sarei allontanato, avrei lasciato il lavoro per un certo periodo come ha fatto il primo ballerino del Bolshoi, Jacopo Tissi. Ma tanti non lo hanno fatto e non lo possono fare, per molte ragioni, mai mi permetterei di giudicarli. È una situazione delicatissima che chiede a tutti noi comprensione e umiltà. Il nostro paese si è schierato subito a fianco dell’Ucraina, come tantissimi altri, è stato giusto, ora speriamo che si arrivi presto alla fine di questa odiosa guerra”. Così Roberto Bolle oggi al Salone del Libro per incontrare il pubblico in uno strapieno Auditorium.
Il celebre ballerino ha confermato di sperare di poter andare presto ad esibirsi a Kiev. “Significherebbe che la situazione è migliorata e che si può riprendere a fare spettacolo e cultura in quel paese dove di colpo si è spenta la luce. La cultura è un grande ponte tra i popoli e i pensieri come dimostra questo Salone pieno all’inverosimile”. (ANSA 21 MAGGIO)

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1 commenti

Maria Ciocca 24 Maggio 2022 - 11:52

Il silenzio che segue questo bell’articolo la dice lunga su come anche la danza insieme alle altre arti abbia perso il suo significato e sia solo business. Discorso Infiniti e non fattibile qui.
Buon lavoro

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