Stavo scrivendo i miei pensieri sulla prima di Onegin di domenica 5 novembre, quando alcuni amici che erano andati alla seconda rappresentazione mi mandano, praticamente in diretta dalla Scala, il video del Sovrintendente Dominique Meyer e del Direttore Manuel Legris che nominano sul campo, à la mode de l’Opera de Paris, Nicoletta Manni Étoile del Teatro alla Scala.
Sul palco e in sala grande emozione per un’attonita Manni che, dopo la notevole première di domenica, la presentazione del suo libro “La gioia di danzare” lunedì e la sua recita appena danzata, vede un’escalation di eventi davvero rara da vivere in una sola settimana.
Ricordo che in tempi lontani, dopo un Diamonds nel 2014, le augurai di poter ballare prima o poi “Onegin”, e nel 2017 la cosa si avverò. Solo una recita, poi un’altra nel 2019, e due nel 2022. E domenica di nuovo la Manni è stata Tatiana ma per la prima volta con Roberto Bolle, che alla Scala aveva ballato ultimamente solo con Marianela Nuñez. Oggi proprio in occasione di Onegin, arriva una nomina che era già nell’aria ma di cui non si sapeva nulla e per questo festeggiamo con gioia insieme a Nicoletta.
La tenacia e la serietà nonché la grande concentrazione sul lavoro hanno caratterizzato il percorso di Nicoletta Manni. Una carriera solida costruita nel tempo, passo dopo passo senza eclatanti exploit ma con una forza di volontà incredibile e una abilità tecnica davvero notevole. Prima con Makhar Vaziev che la fece tornare da Berlino, Frederick Olivieri e poi con i Maître scaligeri, Massimo Murru e Laura Contardi, per arrivare a Manuel Legris che ha voluto infine questa nomina . Negli ultimi due anni infatti, è arrivata una luce in più, una presenza più sicura, una consapevolezza diversa in scena. E tutto ciò ha portato Nicoletta a coronare meritatamente la sua carriera a 32 anni con la nomina di étoile, rango vacante alla Scala dall’uscita di Zakharova, e prima Étoile femminile puramente scaligera dai tempi di Oriella Dorella. Ora, dopo questa nomina storica, ci dobbiamo aspettare anche un Étoile maschile, o per quella ci vorrà ancora tempo?
Tornando alla prima di Onegin, la prestazione di Nicoletta Manni è stata misurata, ben costruita sulle diverse sfaccettature che il ruolo di Tatiana richiede, soprattutto nel terzo atto dove forte è il contrasto fra l’amore coniugale nel passo a due con Gremin e la passione travolgente ma soffocata nel travagliato e meraviglioso passo a due con Onegin. Ottima la partnership con Roberto Bolle che abbiamo visto più maturato nel ruolo, più raffinato, più attento all’essenza che non all’apparenza.
Martina Arduino e Nicola Del Freo, sono stati saldi e credibili nei ruoli di Olga e Lenski, lei molto coquette, lui a tratti forse poco lirico per il ruolo. Gabriele Corrado è come sempre un ottimo Gremin che trasferisce tutta la tranquillità di una nobiltà che non si accorge del mondo intorno. Un applauso al corpo di ballo che fa molto bene da cornice agli eventi e al quale il grandissimo John Cranko fa giocare un ruolo importante di rappresentazione dettagliata della società russa contadina, borghese e nobile.
Buona la direzione di Simon Hewett e le scene sono quelle di Pierluigi Samaritani e i costumi sono di Roberta Guidi di Bagno. È certamente una produzione raffinata quella scaligera, che differisce fin dalle sue prime messe in scena da quella originale di Jurgen Rose a Stoccarda. Anche se personalmente continuo a trovare un po’ fuori luogo il letto impero con lenzuola lucide di Tatiana nella casa di campagna e un po’ svuotato nei volumi il suo costume blu nel finale.
Ma non è certo questo che ci si porta a casa dopo aver visto l’Onegin di John Cranko. Come diceva lui stesso, è la storia universale di un dandy annoiato che non riconosce il valore e l’amore di un brutto anatroccolo che una volta diventato cigno non può più essere suo, e di una ragazza innamorata e profondamente onesta che non cede alla passione arrivata ormai troppo tardi, nonostante l’acuto dolore che ne consegue. E quante volte il rimpianto per una situazione non capita, o il senso del dovere che ci fa agire come dobbiamo e non come vogliamo, ha attraversato le nostre vite?
Onegin al Teatro alla Scala fino al 25 novembre:
Roberto Bolle, Nicoletta Manni, Claudio Coviello, Agnese Di Clemente e Edoardo Caporaletti: 15 e 17 novembre
Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Navrin Turnbull, Linda Giubelli e Gabriele Corrado: 18 e 21 novembre
Marco Agostino, Vittoria Valerio, Claudio Coviello, Agnese Di Clemente e Gioacchino Starace: 19 e 25 novembre
Gabriele Corrado, Alice Mariani, Mattia Semperboni, Alessandra Vassallo e Edoardo Caporaletti : 23 novembre
Qui il link per i biglietti:
https://www.teatroallascala.org/it/biglietti.html?startdate=&enddate=&spettacolo=27&genere=all