Alice Fornara, Giada Motta e Francesca Pagnini
Cosa si legge in uno sguardo? Molteplici sono le emozioni trasmesse sin dai primi secondi dell’opera. Un ragazzo è seduto su una panchina e viene interrotto dall’arrivo inaspettato e dirompente di un gruppo stravagante.
L’insieme dei danzatori si presenta con un’espressività e una gestualità molto marcate, arricchite da una scelta specifica dei costumi, caratterizzati da tuniche molto larghe e dal trucco estremamente realistico nel rappresentare delle ferite.
È molto evidente il contatto visivo con la telecamera da parte del gruppo dei danzatori in diverse inquadrature, specialmente nel primissimo piano, che delinea i dettagli, e nella visione dall’alto.
É lecito chiedersi cosa comunicano i danzatori. Potrebbe sembrare una rappresentazione delle paure insite nell’animo umano, che spesso si rivelano più grandi di quanto siano in realtà, oppure un’analisi di tutto ciò che abita nel profondo ogni individuo, nel bene e nel male. La relazione che si instaura tra il protagonista e il gruppo sembra essere una graduale accettazione della propria interiorità, una trasformazione che si esaurisce nella breve durata dell’opera. È presente, infatti, una circolarità, poiché inizio e fine coincidono nell’azione ma differiscono nelle emozioni esternate.
Utilizzando un movimento pieno, energico e coinvolgente i danzatori portano lo spettatore a percorrere spazi esterni e dimensioni interiori, apparentemente abbandonati o inesplorati, che influenzano le intenzioni della danza. All’interno di un paesaggio industriale dismesso la danza assume una connotazione tribale e potente, che racconta la visceralità del legame tra il corpo e il suolo.
L’opera è accompagnata da suoni e rumori tratti dalla quotidianità che, accumulandosi gradualmente in un climax ascendente coinvolgono sempre di più lo spettatore.
Regia e coreografia di Marco Palomino
Direttore della fotografia: David Darg
Danzatori : Kristalyn Gill, Manish Chauhan, Sarah Allen, MeganAnna Griffin, Sebastian Martinez, Silken Kelly Kameron Na’ Im, Alexsander Swader e Marco Palomino
Produzione ed editor : Renata Sheppard
Drone: David Darge e Chris Roll
Costumi: Clelia Sheppard
Musiche: Jack Holladay