L’ultimo saluto a Silvia Poletti, grande narratrice dell’arte della danza.

by Nives Canetti
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Oggi 5 gennaio ci ha lasciato Silvia Poletti, eccellenza della critica italiana e internazionale di danza.

Ed è una notizia tremenda, una perdita enorme per tutto il mondo della danza e dell’arte teatrale.

Silvia Poletti aveva una sensibilità artistica molto acuta che, unita ad una conoscenza vastissima della danza mondiale e della sua storia, divulgata con una scrittura limpida, chiara, diretta e comprensibile, l’aveva portata ad essere una personalità rara e una professionista molto stimata presso un ampio pubblico.

Ci sarebbe tanto da dire su tutte le sue attività: la collaborazione più che trentennale con la rivista Danza&Danza, e poi con il Sole 24ore, ma anche con Tanz in Germania e, in passato, con il Dance Magazine USA. Le sue conferenze e le sue lezioni universitarie curate nei minimi dettagli, gli interventi alla Prima delle Prime al Teatro alla Scala, i libri che ha scritto, in primis la monografia del suo amato John Neumeier ,e il suo impegno nelle commissioni consultive del Ministero della Cultura (Mibac). Ci restano le sue pubblicazioni e tanto, tantissimo altro.

Oltre a tutto ciò, Silvia Poletti era una voce indipendente, una giornalista fuori dal coro, un critico che diceva quello che pensava, sempre con garbo ma senza filtri opportunistici. È stata una guida di ispirazione per tutti anche in questo: per me che scribacchio un po’ di danza qui sul web per pura passione, poter parlare e confrontarmi con lei era un onore inimmaginabile, c’erano milioni di cose da imparare.

Dopo il primo episodio della malattia, la grinta con cui stava recuperando le forze, la voglia di tornare a scrivere e a vivere sono state un grande esempio.

Aveva un carattere schietto, diretto, combattivo, allegro, molto toscano e una sottile ironia. Ci mancherà immensamente.

Grazie Silvia. Grazie di tutto.

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