Lo scorso 16 giugno, veniva annunciato a mezzo social “IL BALLETTO DI TOSCANA NON CHIUDE! Con grande gioia e rinnovata energia siamo lieti di condividere il proseguimento del lavoro di Cristina Bozzolini. La Scuola e la Compagnia continueranno a lavorare con la qualità che ci ha da sempre contraddistinto. Il nuovo Presidente Mario Setti prende il testimone con il preciso impegno di mantenere la continuità didattica e artistica. A brevissimo condivideremo Direzione Artistica, Staff docenti completo e la nuova sede.”
I prestigiosi nomi che porteranno avanti il lavoro iniziato nel 1970, per la scuola, e nel 2018 per la compagnia, presentati a Firenze nella sala Fallaci di Palazzo Medici Riccardi, sono quelli del maestro Hektor Budlla per la formazione e del coreografo Philippe Kratz per la direzione artistica del Nuovo Balletto di Toscana.
La compagnia NBDT, con un organico di 10 danzatori, uno dei fiori all’occhiello della danza italiana, e l’Accademia Bozzolini, tra le più importanti scuole nazionali in cui si sono formati danzatori e coreografi attivi in Italia e all’estero, continueranno ad operare all’insegna dell’alta qualità. Un progetto triennale innovativo che fonde danza e musica e che vede collaborare Philippe Kratz, Hektor Budlla e il nuovo presidente Mario Setti, musicista e presidente anche di NemNuovi Eventi Musicali.
Applaudita recentemente al Gala del DAP Festival dove era in programma Sleeping Invader, una coreografia con Eugenia Brezzi e Jacopo Garda, la danza di Philippe Kratz è sincera, raffinata, coinvolgente ed emozionante. L’artista ha ricevuto importanti riconoscimenti come il primo Premio al 32° International Choreographic Competition Hannover 2018 e il Premio Danza&Danza 2019 come miglior coreografo e vanta collaborazioni con realtà prestigiose come Aterballetto, Teatro alla Scala e Opera di Vienna.
“Da quando è stata pubblicata la biografia “Se danzare non mi basta” di Cristina Bozzolini, nel febbraio di quest’anno, rifletto ancora di più sul tema della resilienza. Cristina, che da molto tempo considero un’amica, una mentore, un bellissimo esempio di artista completa (e quindi mai compiuta), nel libro rivela le sue lotte per la danza contemporanea in Italia intraprese dal 1975 con il Collettivo Danza Contemporanea e dal 1985 (il mio anno di nascita) con Il Balletto di Toscana. È un racconto impressionante: una vita fatta di incontri, di importanti collaborazioni artistiche, di dolorose sconfitte, di soddisfazioni immense, ma soprattutto è una vita visionaria. E, come il titolo lo suggerisce, il suo racconto non tratta solo di danza, ma intreccia il lato artistico con una visione filosofica del mondo che trova il suo sfogo nell’impegno politico. C’è una chiara opposizione tra il valore della tradizione (quella del teatro) e il bisogno del progresso sociale che, insieme, generano una bellissima tensione e un terreno fertile per la creazione artistica. In passato ho avuto il piacere di collaborare due volte con il Nuovo Balletto di Toscana come coreografo: nel 2022 per il breve quintetto “Midnight Youth” e l’anno scorso per “The Red Shoes” che in questo momento è in tournée in Italia e all’estero. In entrambi i momenti ho trovato una compagnia di un’enorme sensibilità con una consapevolezza di quello che vuol dire credere nel proprio lavoro, nonché un gruppo coeso di potenti danzatrici e danzatori. Speravo molto in futuro di tornare a lavorare con loro e realizzando ora di poterlo fare quotidianamente mi rende molto felice.
Tornando al tema della resilienza: il Nuovo Balletto di Toscana continuerà a invitare artiste e artisti vari* per la creazione di lavori coreografici che riflettono sulla/sulle società in cui viviamo, mentre la nuova impostazione del diretto confronto con la musica eseguita dal vivo sarà la nostra sfida e forte elemento di tensione. Inoltre, mi piacerebbe molto invitare il pubblico alle prove aperte durante i diversi percorsi creativi e trovare altri modi per instaurare confronti duraturi e diretti.
Come diceva Hermann Hesse, “Una magia abita ogni inizio”. Non vedo l’ora di cominciare!” Philippe Kratz
Infine le parole di Hektor Budlla, direttore artistico dell’Accademia Bozzolini:
“Cristina la conosco da quando avevo 18 anni, è una delle prime persone che ho incontrato quando sono venuto in Italia per diventare un ballerino professionista.
Ho passato tanti anni della mia carriera sotto la sua direzione artistica e mi ha insegnato molto. Mi ha insegnato ad essere versatile, curioso ad ogni nuovo stile e tecnica della danza. Grazie al suo esempio ho migliorato non solo la tecnica ma anche le mie abilità artistiche e umane. Una cosa che Cristina dice sempre è “mi piacciono i ballerini classici che sanno essere contemporanei”. Per questo motivo ho deciso che il punto di partenza per sviluppare un programma didattico della scuola sarà la VERSATILITÀ del danzatore. La scuola del Balletto di Toscana, ora Accademia Bozzolini, è una scuola con una grande tradizione, sono molto onorato che Cristina abbia scelto me come Direttore Artistico.
La mia idea è di creare un’accademia che formi artisti. Dare la possibilità ai ragazzi di conoscere in profondità l’arte della danza, curiosi di scoprirne tutte le sfumature. Formare degli artisti completi sia sul lato tecnico che artistico dando loro la possibilità di studiare anche materie teoriche come storia della danza e storia della musica.
Devono finire il loro percorso all’interno della scuola con un bagaglio di alta formazione ed essere pronti per il mondo del lavoro. Bisogna guardare al futuro della danza senza perdere di vista il passato.”
Felici della buona notizia, auguriamo ai nuovi direttori buon lavoro!
Foto di copertina: Philippe Kratz by Giacomo Bruno