Alice Mariani e Hugo Marchand: splendidi interpreti dello Schiaccianoci di Nureyev alla Scala

di Nives Canetti
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Il Teatro alla Scala e Manuel Legris quest’anno hanno scelto di nuovo di aprire la stagione con il classico più classico di Natale. Dopo gli esperimenti durati una stagione o poco più con Nacho Duato e Georges Balanchine, è tornato a distanza di due anni lo Schiaccianoci scaligero per antonomasia, quello firmato da Rudolf Nureyev, il vero e proprio racconto del sogno di Clara, così vicino al racconto originale di Hoffmann.

In questo capolavoro c’è tanto della malinconia di Nureyev, che racconta in modo appassionato e nostalgico il mondo della famiglia, dei sogni, degli incubi, dello stupore e della brillantezza della neve delle steppe, dell’accavallarsi nel sogno di immagini gioiose e colorate come caleidoscopi di fiori e di genitori un po’ pipistrelli che giocano a rimpallarsi fra loro il povero Schiaccianoci  nel sogno come nella vita, del desiderio di sentirsi grandi e principeschi per poi risvegliarsi e non essere  più lo stesso bambino di prima.

Una coppia totalmente nuova e inaspettata ha inaugurato questo Schiaccianoci: Alice Mariani, prima ballerina scaligera, e Hugo Marchand, étoile di punta dell’Opera di Parigi. Ballerina dalla tecnica eccezionale e dal temperamento vivacissimo e mediterraneo lei, artista elegante dallo stile delicato molto francese lui. E con grande intelligenza entrambi hanno mantenuto le proprie peculiarità senza cercare di trovare a tutti costi un affiatamento forzato. Ne è risultata un’interpretazione brillante con grande personalità da parte di entrambi e un’intesa molto naturale che si percepiva nell’aria.

Foto Brescia e Amisano

Hugo Marchand, alla sua prima apparizione sul palco scaligero, è stato un principe meraviglioso: presenza scenica importante, grande ampiezza e respiro del movimento, tecnica morbidissima e leggera, batterie da manuale, quinte perfette che si notavano per la pulizia e la naturalezza, un’interpretazione sorridente e un’aura da vero danseur noble senza alcuna forzata “grandeur”.

Alice Mariani è stata di una precisione incredibile, tenuta, pulitissima e ferma nelle discese dalle punte così come negli equilibri impervi che Nureyev richiede, mai eclatanti ma fondamentali per dare quella sensazione di naturalezza e semplicità del movimento. Perfetta nel secondo atto, la Mariani aggiunge un candore e al contempo una vivacità al personaggio di Clara che lo rendono davvero pulsante e credibile anche nel primo atto , nonostante il fisico non sia certo quello di una bambina: la sua controscena sulla poltrona quando anima lo Schiaccianoci durante la danza dei nonni è naturalissima e deliziosa.

Insieme hanno affrontato il bellissimo passo a due alla fine del primo atto che continua alla riapertura del secondo con una meravigliosa fluidità e dinamica nel legato. E poi nel grand pas finale sono stati splendenti e molto umani, sincroni precisi ma mai freddi e distaccati: un’interpretazione diversa dal solito che abbiamo molto apprezzato. Bravissimi, una grande apertura di stagione

Il Corpo di Ballo, secondo protagonista di questo Schiaccianoci, ha danzato sempre ai grandi livelli scaligeri, sebbene per alcuni particolari, forse legati al ricambio generazionale degli elementi e alla loro minore esperienza, alla prima rappresentazione c’è stata qualche imprecisione. Ma già alla seconda rappresentazione gli intricati disegni coreografici e le geometrie impervie di Nureyev sono tornati ad essere puliti e abbaglianti.

Foto Brescia e Amisano

Brillante come sempre è stata Linda Giubelli affiancata da Mattia Semperboni in piena forma, nei ruoli di Louise e Fritz che li impegnano anche nella bellissima danza spagnola. Ottimo il trio di cinesi acrobati, divertenti e ben dosati con Christian Fagetti, Domenico Di Cristo e Rinaldo Venuti. I Mirlitons o meglio la Pastorale, è stata danzata con grande grazia da Vittoria Valerio Agnese di Clemente  e Nicola del Freo. Misteriosi Antonella Albano e Marco Agostino nella affascinante danza araba, molto briosi Francesca Podini e Gabriele Corrado nella decisamente poco “sobria” interpretazione del trepak di Nureyev. Maria Celeste Losa e Gaia Andreanò  sono state le due esperte soliste  a capo dei dei fiocchi di neve.

E poi un elogio particolare agli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala che sanno sempre movimentare magnificamente la scena, sia con l’eccitazione che creano a casa Stahlbaum che con la meravigliosa scena della battaglia fra i topi e i soldatini (ho un debole personale per i topi, la loro entrata, il momento in cui si alzano uno ad uno ad onorare il Re Topo e le scene iniziali con Clara).

La direzione di Valery Ovsyanikov è stata all’altezza della situazione e i costumi splendidi di Nicholas Georgiadis con i loro colori un po’ fané sono perfetti per una casa borghese e semplice, mentre il luccichio dei tutù della neve ricorda esattamente quello della neve fresca.

Ma ormai anche questo Natale è alle porte e il sogno di Clara tornerà in scena alla Scala a partire dal 29 dicembre. Auguri di Buon Natale a tutti i lettori di Dance Hall News.

Ecco le prossime date:

Agnese Di Clemente e Claudio Coviello  il pomeriggio del 29 dicembre e il 4 gennaio,

Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko  il 31 dicembre (ore 18) e le sere del 3 e 5 gennaio.

Camilla Cerulli Navrin Turnbull Il pomeriggio del 5 gennaio e il 9 sera

Marco Agostino e Martina Arduino il 7 e l’11 gennaio

Virna Toppi e Nicola Del Freo il 10 e il 12 gennaio.

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