Nell’ambito del Novara Dance Experience dal 2018 ad oggi abbiamo avuto l’onore di premiare la carriera di molti artisti eccelsi, tra cui Carla Fracci, Luciana Savignano, Anna Maria Prina, Oriella Dorella, Lucia Lacarra e l’anno scorso Nicoletta Manni ora étoile della Scala con Manuel Legris, étoile dell’Opera di Parigi e direttore del corpo di ballo scaligero.
Quest’anno siamo felici di aggiungere un altro nome eccellente, quello di Massimo Murru.
Grande artista dal carattere schivo, timido, lontano dai media, con un approccio sempre umile di fronte all’arte ma al contempo con una consapevolezza chiara dei propri gusti, molto ironico, Murru è sicuramente una personalità a sé nel panorama del mondo della danza.
Étoile profondamente scaligera fin dagli inizi (ha frequentato la scuola della Scala dagli undici anni in poi diplomandosi nel 1990 sotto la direzione di Anna Maria Prina), appassionato del proprio teatro in modo realistico e disincantato, Murru ha anche calcato i più importanti palcoscenici del mondo portando grande prestigio al Teatro alla Scala.
Riassumere una carriera vasta come la sua è difficile in poche righe, proprio perché è stato uno dei più grandi ballerini italiani degli ultimi 40 anni.
Tre sono gli incontri importanti della sua vita artistica: Elisabetta Terabust che lo nominò primo ballerino nel 1994 e poi étoile nel 2003, Roland Petit che lo portò alla ribalta nel 1996 affidandogli il ruolo di Chéri accanto a Carla Fracci, e Sylvie Guillem che lo annovera fra i suoi partner di elezione, proprio per la capacità di stare in scena con lei alla pari, comunicando non solo al pubblico ma anche alla partner tutto quello che sta danzando.
Unico per sensibilità e intelligenza interpretativa, attenzione al dettaglio artistico e capacità di connettersi con la platea grazie ad un carisma innato, elegante, diretto e per niente manieristico, Murru ha fatto suoi i ruoli dei più importanti coreografi mondiali , oltre ad interpretare quasi tutti i grandi classici.
Ha spaziato infatti tra decine di ruoli e di stili diversi: è stato Des Grieux disperato e profondamente umano e Romeo appassionato nei drama ballet di Kenneth MacMillan, Armand inesperto e perso nei capolavori di John Neumeier e di Frederick Ashton con Emanuela Montanari, raffinatissimo Albrecht sia nella Giselle classica che in quella di Mats Ek, l’Eletto nella Sagra di Maurice Béjart, il conte Danilo nella Vedova Allegra di Ronald Hynd con Carla Fracci, Don Josè nella Carmen di Petit, in quella di Mats Ek e in quella di Alonso, il Cavaliere nello Chant du compagnon errant di Béjart.
È stato partner di Sylvie Guillem per il suo addio alla scena inglese in Romeo e Giulietta alla Royal Opera House e in una indimenticabile ultima Manon alla Scala, prima étoile italiana ospite all’Opera di Parigi come Quasimodo nel Notre Dame de Paris di Roland Petit accanto a Isabelle Guerin e Manuel Legris. Ha ballato nei più grandi teatri, al Mariinsky al Colon, al Bunka Kaikan, solo per dirne alcuni, con innumerevoli partner tra le più grandi ballerine dei nostri tempi.
La fine della carriera è avvenuta senza saluti roboanti e gradatamente l’attenzione di Murru si è rivolta verso la trasmissione della sua esperienza ai giovani. Dopo un periodo come maitre al Royal New Zealand Ballet con la direzione di Francesco Ventriglia e un anno con Nicolas Leriche che lo ha voluto al Royal Swedish Ballet nel 2018, Massimo Murru da più di cinque anni è tornato a contribuire al successo del Corpo di Ballo scaligero dove oggi riveste il delicato ruolo di Maitre de ballet del Teatro alla Scala, trasferendo la sua sensibilità artistica ai primi ballerini della compagnia e ispirandoli a trovare le proprie chiavi di lettura nelle loro interpretazioni.
Il 7 giugno quindi, durante la serata di Gala del Novara Dance Experience al Teatro Coccia di Novara, sarà ancora di più un onore per tutti noi celebrare Massimo Murru consegnandogli il premio alla Carriera 2024 NDE.
Foto di scena Brescia/Amisano.