A TORINODANZA ALESSANDRA FERRI CELEBRA 40 ANNI DI CARRIERA CON “L’HEURE EXQUISE” DI MAURICE BÉJART

di DANCE HALL NEWS
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Un gioiello coreografico novecentesco per celebrare 40 anni di carriera coreutica e onorare la storia del Torinodanza Festival. A 23 anni esatti dall’edizione firmata dal grande coreografo Maurice Béjart per la rassegna torinese, l’étoile internazionale Alessandra Ferri riporta in scena accanto al danzatore Carsten Jung, già Principal nell’Hamburg Ballet John Neumeier, L’HEURE EXQUISEVariazioni su un tema di Samuel Beckett “Oh, les beaux jours”. Lo spettacolo, che Torinodanza presenta lunedì 13 e martedì 14 settembre, alle 20.45, al Teatro Carignano, ricostruisce lo straordinario capolavoro che il 13 settembre 1998 Béjart concepì sul medesimo palco per Carla Fracci e Micha van Hoecke. Con L’Heure Exquise, proposto per la prima volta al Ravenna Festival lo scorso giugno nell’allestimento rimontato da Maina Gielgud su gentile concessione della Fondation Maurice Béjart, Alessandra Ferri festeggia il 40esimo anniversario da quando entrò al Royal Ballet di Londra, avvio di una straordinaria carriera che nel 1985 la portò anche all’American Ballet Theatre di New York, voluta da Michail Baryšnikov. Un’occasione unica per aggiungere un altro personaggio – questa volta in sintonia con la sua piena maturità artistica – alla galleria di ritratti femminili da lei interpretati, dopo Virginia Woolf (Woolf Works), Eleonora Duse (Duse) e Léa (Chéri).

L’HEURE EXQUISE è prodotto da AF DANCE in coproduzione con Ravenna Festival e The Royal Ballet, con il contributo del Ministero della Cultura, “Progetti Speciali”. Il progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo.

«Nel 2021 sono 40 anni da quando sono entrata al Royal Ballet a Londra iniziando così il mio viaggio artistico – racconta Alessandra Ferri –. Per festeggiare con il pubblico questo traguardo, cercavo un ruolo significativo, mai interpretato, giusto ed emozionante per l’artista che sono ora. Riordinando il mio archivio, ho trovato una pagina che parlava di un lavoro di Maurice Béjart basato su uno straordinario testo di Samuel Beckett: Giorni felici. Un caso? Mi piace pensare piuttosto a un “segno”, una concatenazione di date, anniversari, emozioni: ho scoperto che nel 2021 saranno 60 anni da quando Beckett scrisse quel famoso testo teatrale… Dopo il debutto a Torino, il balletto è stato rappresentato raramente, proprio perché ha bisogno di due interpreti che sappiano essere, come erano Carla e Micha, ballerini/attori con un lungo vissuto artistico. Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo.»

Ispirandosi a Giorni felici, titolo cult di Samuel Beckett, Béjart prese a prestito l’«ora squisita», cui accenna il noto duetto finale da La vedova allegra di Franz Lehár, e ne fece una variazione-omaggio alla carriera di Carla Fracci, trasformando lo sconsolato inno alla vita della protagonista beckettiana in un viaggio nella memoria artistica dell’indimenticata étoile. Qui la Winnie della pièce diventa Lei, una ballerina agée sepolta in una montagna di vecchie scarpette da punta, che centellina parole e frammenti di ricordi al vento, condividendo il suo eterno presente con un Willie/Lui, distratto compagno di solitudine. Dopo Carla Fracci e Micha van Hoecke, toccò a Maina Gielgud, affiancata da Martyn Fleming, riprendere il balletto béjartiano nel 2003. Rivisto oggi con due interpreti ideali come Alessandra Ferri e Carsten Jung, già insieme nel 2016 con Duse, si avvale delle scene di Roger Bernard, delle luci di Maina Gielgud e Marcello Marchi, dei costumi di Luisa Spinatelli e di un montaggio musicale su temi di Anton WebernGustav MahlerWolfgang Amadeus Mozart e Franz Lehár. Presenti anche alcuni momenti recitativi, pronunciati da Alessandra Ferri nel momento della danza o del riposo. «Il silenzio – sottolineava Béjart – è l’elemento principe di questa liturgia».

Per vedere il trailer dello spettacolo
https://www.youtube.com/watch?v=XPgUhV8gff8

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