A tutti gli allievi di danza, ecco il vademecum dedicato a voi

di Lia Courrier
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Proseguiamo anche oggi con un nuovo vademecum, che voglio dedicare a tutti i giovani allievi che affollano le scuole di danza, sulle loro responsabilità e sul loro apporto allo studio.

Si è detto molto in questa rubrica su quanto i giovani allievi siano esigenti, lontani dai metodi di apprendimento delle generazioni precedenti e quanto sia diverso il loro rapporto con l’autorevolezza dell’insegnante. Rispettare le regole etiche e sociali facilita la convivenza tra gli elementi di una comunità, che sia un piccolo gruppo di persone – una classe – o la popolazione di un grande paese. Questo non vuol dire che le regole non possano mai essere violate, ma quando è il rispettarle a diventare l’eccezione -noi italiani siamo maestri in questo – esiste un problema. Per tutti. Ecco quindi dei punti su cui ogni allievo dovrebbe secondo me quantomeno riflettere per ottenere il meglio da sé stesso.

1.La danza è inclusa nell’ambito di quei linguaggi non convenzionali con cui gli esseri umani hanno da sempre provato ad esprimere il proprio mondo interiore e che, in un macro-insieme, vengono chiamati ‘cultura’. Questo vuol dire che quando si sceglie la danza, che sia classica, contemporanea, hip hop o danza orientale, ci si sta facendo portavoce, con il proprio corpo, del messaggio proveniente da generazioni prima di noi. Non ci si sta solo divertendo o facendo ginnastica, ma si sta partecipando a questa trasmissione ancestrale in cui il sapere e la gioia vengono condivisi. È importante per voi allievi ricordare sempre quale privilegio sia aver incontrato sul proprio cammino questa Grande Madre, che ci accompagna come specie fin da quando si danzava in cerchio attorno ad un fuoco per propiziare, festeggiare o guarire. Per quanto possiate essere piccoli, e magari la danza non è proprio una vostra scelta ma dei vostri genitori, sappiate che quello di cui fate esperienza durante le lezioni appartiene ad una delle espressioni vitali più antiche che l’uomo conosca: l’anima originaria della danza risiede nel cuore e non nei muscoli.

2.Consapevoli di questo, cercate di scegliere il linguaggio più vicino al vostro sentire.

Per poter raggiungere questo obiettivo dovete conoscere la danza, poiché non si può pensare di fare ‘cultura’ senza averne una! Nutritevi di danza, imparate ad osservarla attentamente, guardate tutto, anche quello che pensate non possa piacervi, poiché più vi avvicinate alla danza e più il vostro gusto cambierà, il vostro sguardo diverrà più raffinato e selettivo, e scoprirete che anche ciò che all’inizio vi sembrava strano e sgradevole, adesso vi appare comprensibile e bellissimo.

La prima volta che vidi ‘Il lamento Dell’Imperatrice’ di Pina Bausch avevo forse dodici anni e mi era sembrata la cosa più lontana dalla danza che si potesse immaginare. Ogni volta che oggi riguardo quel film mi rendo conto di quanto la nostra visione sulla danza sia in costante evoluzione, perché quello che all’epoca mi aveva lasciata del tutto indifferente, adesso mi provoca profondi moti emotivi dalle tonalità cangianti.

Non aspettate sempre che gli stimoli arrivino dagli insegnanti, stuzzicate la vostra curiosità: avete a disposizione uno strumento meraviglioso come il web, che vi permette di contattare qualsiasi realtà danzante nel mondo! Ai miei tempi c’erano solo le videocassette, rare e costosissime, e che guardavamo fino a smagnetizzarle. Costruitevi un’idea della danza, un vostro gusto, e poi scegliete di praticare ciò che sentite più vicino alla vostra natura, senza farvi condizionare da quello che vi dicono gli altri.

3.Gli insegnanti di danza, ameno così dovrebbe essere, sono persone che hanno investito tutta la propria esistenza nello studio e nella pratica della danza, a vario livello e con esperienze diverse, e sono pronte a mettersi a disposizione di chiunque abbia voglia di imparare e condividere questo bagaglio. Non è mai bello avere allievi che fanno spesso assenze, impedendo al gruppo di progredire con il programma, che vengono a lezione – come piace dire a me – giusto per ‘scaldare la sbarra’, danzando svogliatamente e senza impegnarsi davvero o che si tirano indietro ogni volta che si cerca di fare qualcosa di nuovo, spingendosi in territori fino a quel momento ancora inesplorati. La relazione tra allievi ed insegnante è un doppio binario, in cui l’energia scorre in entrambe le direzioni, non ci si può aspettare entusiasmo in classe se una delle due parti non trova la giusta motivazione per essere lì.

Si sceglie la danza proprio perché si crede nelle caratteristiche e nelle modalità con cui questa viene trasmessa. Che siate amatori o aspiranti professionisti, questo non dovrebbe cambiare la dedizione e la cura con cui praticate la vostra disciplina, o la fiducia con cui vi lasciate guidare dall’insegnante.

4.Un atteggiamento molto diffuso che secondo me rappresenta un ostacolo per l’apprendimento, è quello di giustificarsi in sede di una osservazione ricevuta dall’insegnante. Quando ricevete una correzione è solo perché in quel momento l’insegnante vede in voi la possibilità di migliorare, non perché vuole infastidirvi o giudicarvi. In realtà sta solo facendo il suo lavoro, e la sola cosa che ci si aspetta come risposta è un’azione e non una verbalizzazione. Tanto meno se questa punta solo alla procrastinazione. Siate grati agli insegnanti che vi correggono, perché dimostrano di credere nella vostra dedizione, e la premiano mostrandovi nuove strade per essere più consapevoli della vostra danza e del vostro potenziale.

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