Addio a Michaela de Prince: “Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di narcisi”

di Nives Canetti
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Tutto il mondo della danza oggi piange l’uscita di scena di Michaela DePrince, 29 anni, splendida ballerina con una vita incredibile che ha sempre avuto la forza di andare avanti, nonostante tutto le remasse contro fin dall’infanzia.

Chiunque nel nostro mondo sa la sua storia, che lei ha raccontato in un libro “Ora so volare”, ma siamo certi che sia arrivata anche a tanti altri che di danza non si occupano. Una storia di forza, di rivalsa, di chiarezza, di obiettivi, una storia di vita.

Nascere in Sierra Leone, rimanere orfana a tre anni, vivere in un orfanotrofio ed essere isolata a causa della vitiligine, poi essere adottata, arrivare in America, iniziare a ballare, essere un papavero in mezzo ai narcisi subendo una certa discriminazione, dover tirare fuori tutta la propria forza per arrivare ad essere una professionista al Dance Theatre of Harlem, iniziando una carriera internazionale  sviluppata ad Amsterdam per 8 anni e poi a Boston, non è da tutti.

La perseveranza sovrumana di una bambina che vede per terra la foto di una ballerina su una rivista in Sierra Leone e decide che quello vuole diventare, e alla fine riesce a diventare un nome conosciuto a livello mondiale, non è cosa in cui ci si imbatte in tutti i giorni.

Personalmente la vidi ballare purtroppo solo una volta ma ho un ricordo di lei molto vivo, quando andai ad Amsterdam per  la Bayadère di Makarova nel 2016. Michaela era ancora in corpo di ballo, e l’entrata nel regno delle ombre di quella sagoma scura contrastante con il tutù bianco, così impavida, unica in mezzo al corpo di ballo, era al momento sì un po’ spiazzante, poi diventava assolutamente naturale e il suo modo di ballare la rendeva diafana come tutte le altre.

La sua carriera è stata brillante seppur breve: iniziò a frequentare La Rock School of Education a Philadelphia. All’età di 17 anni si è esibita nella serie TV “Dancing With the Stars”.

Nel 2012 si è diplomata alla Jacqueline Kennedy Onassis School della American Ballet Theatre di New York grazie ad una borsa di studio conquistata per la sua performance al Youth America Grand Prix e poi è entrata al Dance Theatre of Harlem , dove è stata la più giovane della compagnia. Il suo debutto è stato nel ruolo di Gulnare nella première de Le Corsaire il 19 luglio 2012 in Sudafrica con il South African Mzansi Ballet.

Nel 2013, è passata alla Junior Company del Dutch National Ballet di Amsterdam e poi è entrata nella compagnia principale salendo i vari gradi  fino ad essere solista nel 2016  ispirando una generazione di ragazze nere e di colore.

Nel 2021 ha interpretato il ruolo principale di Swanilda nel film su Coppelia del 2021 con la coreografia di Ted Brandsen insieme a Vito Mazzeo, Daniel Camargo. Darcy Bussell e Irek Mukhamedov, per poi passare al Boston Ballet come solista dove attualmente era in organico.

Oltre alla danza, la DePrince sosteneva come ambasciatrice il War Child Holland, un’organizzazione non governativa indipendente che lavora per garantire ai bambini l’accesso a protezione, istruzione e supporto psicologico.

Non sappiamo i motivi di questa morte così prematura a 29 anni, e forse neanche vogliamo saperli. Quello che conta e che ci rende molto tristi è che uno splendido essere umano, esempio per tanti, e come dice l’annuncio della sua famiglia “un faro di speranza per molti, dimostrando che, nonostante gli ostacoli, la bellezza e la grandezza possono emergere dai luoghi più oscuri”, non è più con noi e sicuramente mancherà infinitamente al mondo della Danza e non solo.

Foto dalla pagina IG di Michaela DePrince e di Liza Voll da Dance Magazine

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