Addio Micha van Hoecke. Una vita per l’arte e l’amore per l’Italia

di Fabiola Di Blasi
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E’ scomparso Micha van Hoecke. Danzatore, attore, coreografo, regista, uomo di immensa cultura e passione per l’arte… Impossibile definire e racchiudere il suo estro geniale in un unico termine. Per tutta la vita il Maestro ha frequentato e creato bellezza firmando lavori per i più grandi interpreti del mondo.

Era nato a Bruxelles nel 1944 in una famiglia di artisti: padre belga, pittore, madre russa, cantante come la zia, mentre un’altra zia era ballerina. Un ambiente stimolante che lo ha influenzato positivamente. Studi di danza a Parigi, dove ha avuto anche esperienze attoriali nel cinema (Les loup dans la bergerie, Samdi soir, Le petit garcon de l’ascenseur) poi, a soli 15 anni, l’ingresso nella compagnia di Roland Petit e in seguito al Ballet du XXe siècle di Maurice Béjart con cui ha collaborato per quasi vent’anni e grazie al quale, nel 1979, è diventato direttore artistico della Scuola Mudra di Bruxelles. La visione bejartiana di teatro totale come unione di più discipline ha influenzato moltissimo van Hoecke nella sua lunga carriera.

Nel 1981 è stato coreografo del film Bolero di Claude Lelouch e nello stesso anno ha fondato il suo Ensemble di danza contemporanea con alcuni ballerini della scuola Mudra. Nella compagnia anche Miki Matsuse, presto sua moglie. Amato da registi, direttori d’orchestra e stelle del mondo dello spettacolo, negli anni ha intrecciato rapporti con grandi nomi e realizzato importanti collaborazioni tra cui ricordiamo quelle con il M° Riccardo Muti, Luca Ronconi, Liliana Cavani, Roberto De Simone, Carla Fracci, Ute Lemper, Luciana Savignano, Alessandra Ferri, Cristina Mazzavillani Muti, Chiara Muti, Pamela Villoresi, Ambrogio Sparagna…

Carla Fracci e Micha Van Hoecke – Photo Lucia Baldini

Col Maestro Muti, Micha van Hoecke ha lavorato molto anche al Ravenna Festival dove nel 1991 ha debuttato in qualità di regista d’opera con La Muette de Portici di Auber, e dove ha firmato molte produzioni tra cui, nel 1992, Adieu à l’Italie.

Nel 2016 con Chanteuse Des Rues, omaggio a Edith Piaf e Jean Cocteau, ha ricevuto il premio fedeltà per 27 anni di collaborazione col Ravenna Festival.  Nel 1999 van Hoecke ha ottenuto l’incarico di Direttore del ballo e coreografo principale al Teatro Massimo di Palermo e nel 2010 al Teatro dell’Opera di RomaPer il Teatro La Fenice di Venezia creò le coreografie per il Concerto di Capodanno del 2005 trasmesso dalla Rai.

Tra i suoi spettacoli più noti, La regina della notte (2007), ispirato al personaggio mozartiano, e Orpheus (2008). Nel 2018 ha ricevuto il premio della critica italiana per la migliore coreografia moderna (Pink Floyd e Carmina Burana).

In tempi più recenti assidua la sua collaborazione e amicizia con Daniele Cipriani che ricorda “Al vuoto che oggi lascia nel mondo della danza si unisce il dolore di chi ha potuto conoscere l’uomo e ammirare l’artista: un onore per noi aver condiviso con il Maestro l’avventura meravigliosa di “Shine Pink Floyd Moon”, spettacolo pieno del suo animo poetico, della sua originale verve, del suo pensiero filosofico, della sua poliedrica creatività.”

Quest’anno ha rimontato L’Heure exquise di Maurice Béjart, creato per Carla Fracci e lo stesso van Hoecke nel 1998, in scena a giugno al Ravenna Festival con Alessandra Ferri, che ha celebrato 40 anni di carriera, e Carsten Jung a cui van Hoecke ha trasmesso il ruolo di Willie. Lo spettacolo sarà di nuovo fruibile al Festival Torino Danza, il 13 e 14 settembre 2021.

Il Maestro aveva scelto come base l’Italia, precisamente la provincia di Livorno, dove viveva da oltre trent’anni e è spento a Massa nell’ospedale in cui era ricoverato.

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