Al Teatro Strehler a Milano tre nuovi titoli per lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala

di Nives Canetti
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In un piovoso e grigio sabato pomeriggio milanese, andare a vedere lo spettacolo della Scuola di Danza dell’Accademia del Teatro alla Scala è sicuramente un motivo di gioia e un’occasione per apprezzare i giovani talenti che si spera faranno parte del futuro della danza italiana. Uno spettacolo molto vario che mostra la versatilità di approccio ai vari stili che gli allievi apprendono durante gli 8 anni di corso e propone tre nuovi brani che entrano così nel repertorio della Scuola. Pubblico folto, tanti bambini in platea, con il rialzo sotto sulla poltrona per vederci meglio.

Come d’abitudine, lo spettacolo si apre con la classica e da anni immutata “Presentazione” sugli Études di Czerny su coreografia del direttore Frédéric Olivieri, carrellata di tutti gli allievi a partire da quelli più piccoli per poi procedere in progressione delle difficoltà tecniche mostrando tutte le 8 classi. Si distinguono in particolare i maschi delle classi più alte che hanno un livello decisamente buono, in particolare evidenza per elevazione e pulizia tecnica Antonino Modica. D’altro canto nelle classi dei piccoli c’è un certo livello di approssimazione della tecnica base, che non si era notata negli anni precedenti. Sempre ostico il momento dei fouettés ballato da cinque allieve, affrontato con una discreta dose di coraggio. Risulta sempre d’effetto la chiusura finale che mostra il numero molto elevato degli allievi in scena, 150, sorprendente soprattutto per noi che ai tempi andati vedevamo classi con tre/quattro elementi, dove la selezione era elevatissima.

Il secondo brano, “New sleep” è un pas de deux in nero di William Forsythe, ripreso da Noah Gelber sul tipico esaltante stile off balance di “In the middle, somewhat elevated”, ma più ironico, meno serioso e perfettamente nelle corde dei due interpreti, Benedetta Giuliano (7°) e Alfonso Guerriero (8°). Molto precisi, disinvolti e senza esitazioni, i due sono stati seguiti da Kathryns Bennetts che con Forsythe ha lavorato da sempre e sa curare il suo stile in modo egregio. Bravi.

A seguire “Allegro Brillante” di George Balanchine, difficilissimo e gioioso balletto sul Terzo concerto per piano di Ciaikovsky per 5 coppie di cui una principale, ripreso per la scuola da Patricia Neary . Sono tredici minuti di balletto puro veloce, scattante che richiede morbidezza di busto e grande lavoro di piedi. Brave le 4 coppie nei complicati e splendidi disegni della coreografia, qualche difficoltà in termini di musicalità e legato dello stile di Balanchine nel ruolo femminile principale per Sienna Bingham, Bruno Garibaldi un ottimo danseur noble.

Il secondo tempo dello spettacolo è stato tutto dedicato a Mario Pistoni e ad un estratto dal suo “La strada” sulla celeberrima musica di Nino Rota. Un terzo stile per la serata, completamente diverso, ecco arrivare sul palco il novecento di Pistoni e Fellini, neorealista nell’ambientazione, onirico e poetico nel personaggio di Gelsomina che richiede una maturità interpretativa praticamente impossibile da pretendere da un’allieva, per quanto all’ultimo corso. La riduzione edulcorata dal dramma e un po’ farraginosa del nipote Guido Pistoni,  ha centrato comunque l’obiettivo di creare una versione per la Scuola di ballo e ha giustamente dato la possibilità a tutti gli interpreti di avere un ruolo nell’azione. Da evidenziare il jazz del ballo al matrimonio con gli sposi interpretati da Daisy Libero e Giorgio Napodano, il poetico passo a due di Gelsomina e il Matto, Chiara Ferraioli (in sostituzione di Laura Farina infortunata) e Davide Alphandery (grande tecnica), e i quattro soldati, bravissimi.

Il pubblico ha salutato con grande affetto il cameo di Zampanò, ritratto perfettamente da Mick Zeni, grande primo ballerino scaligero ora in pensione, anche se non si direbbe proprio. Zeni sta affrontando lo stesso ruolo accanto ad Alina Cojocaru nella produzione della Strada di Natalia Horecna che ha debuttato al Sadler’s wells Theatre a gennaio scorso.

In sintesi uno spettacolo di livello che valorizza tutto l’ensemble, dimostrando l’intento della direzione di Frédéric Olivieri di dare una formazione professionale versatile, non soltanto puramente accademica ma che insegni anche la capacità di stare in scena.

Un applauso doveroso anche a tutti i maestri della scuola: Walter Madau, Leonid Nikonov, Tatiana Nikonova, Gerardo Porcelluzzi, Giulia Rossitto, Sophie Sarrote, Elisa Scala e Paola Vismara.

Appuntamento per il prossimo spettacolo al 18 maggio alle 20 al Teatro alla Scala 

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