Arena di Verona ultimo atto. Licenziati i ballerini del Corpo di ballo. E l’Italia va così…

di DANCE HALL NEWS
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“Don’t stop the music”

era il dicembre del 2015, quando i lavoratori dell’Arena di Verona avevano proclamato uno sciopero in segno di protesta, uno dei primi segnali dell’aggravarsi delle tensioni tra la Fondazione e i settori artistici.

Lo scorso 31 dicembre era stata annunciata la triste notizia a conferma della chiusura del Corpo di ballo della Fondazione Arena di Verona. L’ultimo dell’anno aveva infatti portato l’amara sentenza, causata dal mancato accordo tra le parti per una soluzione positiva. Entro 120 giorni da tale comunicazione, la Fondazione Arena avrebbe inviato le lettere di licenziamento ai ballerini del Corpo di Ballo.

Così è stato, e il 6 febbraio la segreteria generale FIALS/CISAL ha espresso il suo disappunto per il definitivo e irreversibile epilogo. Riportiamo il comunicato stampa ufficiale, dove si evince lo sdegno provato di fronte al sacrificio dell’arte.

Dance Hall News, con profondo rammarico, esprime tutta la sua vicinanza ai ballerini licenziati.

La Segreteria Generale FIALS/CISAL, unitamente alla Segreteria FIALS di Verona, con estremo sdegno e contrarietà denuncia l’attuazione del disegno del Governo di smantellamento delle eccellenze artistiche delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane.

All’Arena di Verona sono state inviate dal nuovo Sovrintendente Giuliano Polo 19 lettere di licenziamento ai Ballerini, per la chiusura – premeditata – dell’intero Corpo di Ballo stabile. Erano rimasti solo 5 Corpi di Ballo nelle 14 Fondazioni e oggi resistono solo a Milano, Roma (sebbene tutti precari), Napoli e Palermo.

Il Corpo di Ballo dell’Arena di Verona è stato licenziato con presunte motivazioni economiche in contraddizione con gli enormi incassi del botteghino cui contribuisce ovviamente lo stesso Corpo di Ballo, fino a ieri riconosciuto imprescindibile e glorioso settore artistico.

Un’amministrazione cieca e sorda ha voluto identificare e sacrificare gli artisti, simbolo dell’identità musicale italiana che produce spettacoli dal vivo, sull’altare del mero profitto economico fingendo di ignorare la sorte di quei teatri d’Opera italiani che, pur avendo già tagliato i propri Corpi di Ballo in nome del risanamento, si ritrovano oggi in perdita più di ieri.

A fronte di proposte avanzate in trattativa dal sindacato, alternative e compatibili con le motivazioni di risparmio economico, denunciamo il disinteresse delle Istituzioni pubbliche, con in testa il Ministero dei Beni Culturali deputato a vigilare e tutelare le arti di cui la danza è essenziale bene comune.

Quali risposte culturali la politica sta fornendo alle giovani generazioni che, entusiaste, riempiono i Teatri soprattutto negli spettacoli di Balletto? Solo tagli e nessun investimento o progetto.

Se è vero che da un Euro ben speso in Cultura ne ritornano tre, come mai per la cattiva gestione dell’Arena di Verona gli unici a pagare sono i ballerini?

Questo conferma una volontà precisa che non si vergogna dell’incompetenza gestionale ed artistica reiterando la nomine di chi ha portato i conti dell’Arena allo stato attuale, e avallato scelte assurde come il Museo AMO e Arena Extra Srl, che andrebbero, quelli si, chiusi immediatamente.

Il Governo e il Mibact in accordo con molti Sindaci, sanno solo individuare negli stipendi dei lavoratori il bancomat per rientrare dai dissesti gestionali e il mantenimento dei loro stipendi ingiustificabili, che il Ministero e il Governo si guardano bene dal mettere in discussione e che sono più che raddoppiati negli ultimi 10 anni!

La FIALS/CISAL esprime grande solidarietà, vicinanza e rispetto per i Tersicorei oggetto del vile atto del licenziamento che si è subdolamente fatto apparire come ineludibile.

Altrettanta solidarietà rivolgiamo a tutti i lavoratori della Fondazione Arena di Verona che, con i sacrifici salariali e lavorativi, attraverso il fermo dell’attività per due mesi annui, contribuiscono sulla loro pelle a salvare la Fondazione, nonostante le vessazioni subite, le deliranti minacce di liquidazione coatta amministrativa, le avidità dei privatizzatori del Festival, sulle quali i vertici della Fondazione e il Ministro risultano colpevolmente silenti, e infine un commissariamento che sta dando frutti avvelenati.

Il Segretario Generale Aggiunto
La Segreteria Prov.le di Verona

Lorella Pieralli”

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