Arriva la “Regina di cuori”

di Vittoria Maggio
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Lei, la Regina di cuori, ogni tanto fa la sua apparizione in milonga.

E di apparizione si tratta perché la Regina di cuori non è la tanguera abituale della milonga, lei non frequenta assiduamente, è quasi aritmica nel suo rapporto col tango, pur essendo invece dotata di assoluto ritmo musicale quando balla.

Come si conviene a un cuore passionale che spesso batte seguendo un ritmo sincopato…la Regina di cuori a volte batte i tacchi argentini e a volte no, dove vada non si sa, quando torni nemmeno.

Appare quando meno te lo aspetti, pur attesa dai tanti fanti di cuore della milonga che di lei hanno un ricordo, un’immagine quasi ieratica.

Il Re di cuori che l’attende non c’è perché spesso la regina di cuori appare solitaria, siede sola sulla sua seggiola e aspetta. Se c’è un Re di cuori, lo sa solo lei!

La donna nel tango, forse più dell’uomo, compie un percorso di trasformazione: attraverso la conoscenza dei passi, acquisisce e comunque migliora la conoscenza del suo corpo, delle sue emozioni, dei suoi limiti e delle sue potenzialità…scopre una nuova se stessa.

La donna supera timidezza, imbarazzo, va oltre quello che non le piace o non le piace più di sé, supera le sue paure legate al tempo che passa e che segna la sua bellezza, va alla ricerca di una nuova bellezza, di un nuovo sentire, di un nuovo sé.

Abituata a guidare la sua vita quotidiana, nel tango si lascia finalmente portare… nella relazione con l’altro si confronta attraverso l’intimità dell’abbraccio di uno sconosciuto, che forse più del già conosciuto l’aiuta a conoscersi.

La Regina di cuori ha fatto suo questo percorso più di altre tanguere avendo affinato con arte la sua tecnica di ballo con mentori diversi e differenti, essendo andata a fondo della sua capacità di ascolto di sé e dell’altro ed essendo ben conscia che questo esercizio non avrà mai termine.

Lei non balla più per mostrarsi agli altri o per autocompiacimento, balla per connettersi con la sua parte più profonda, agganciata al mondo ancestrale, intimo dell’altro.

Sedendosi su quella sedia, non teme il non invito, accetta con stile che durante una serata potrà non essere invitata, che potrà ballare o no. Ha imparato ad apprezzare lo stare, ascoltare la musica, il silenzio dalle chiacchiere, lei interpreta la dimensione più intima del tango che per prima cosa ha imparato a ballare dentro di sé.

Quando danza, scivola con eleganza sulle note musicali, cogliendole una ad una e adornandole; a volte splende di luce propria e a volte di luce riflessa avendo ben imparato a dosare il delicato equilibrio.

E questo, tutto questo la rende la Regina di cuori della serata! Inaspettata, attesa!

E come sempre Buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi solo lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà… A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio

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