Baridanza 2017: la XXII edizione è all’insegna della formazione con il presidente Stephane Fournial

di Massimiliano Craus
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La Puglia della danza è ormai sotto gli occhi di tutti! Un movimento in costante crescita, con risultati straordinari di critica, pubblico e titoli che si susseguono senza soluzione di continuità con l’occasione sfruttata appieno di creare un sistema vincente. Eh sì, in giro si parla tanto di rete ma poi non si va oltre il proprio orticello, esattamente il contrario di quanto avviene da anni fin giù nel tacco d’Italia, con esperienze coreutiche sempre più avvincenti e convincenti. E da ventidue edizioni a questa parte entra nel novero dello zoccolo duro pugliese il festival “Baridanza” diretto da Mario Beschi, patron soprattutto morale di una kermesse consolidata da quasi cinque lustri.

Abbiamo spesso accennato al sistema Puglia eppure questa volta si può essere ancora più certosini nella definizione di sistema barese, con Mario Beschi capace di intercettare le forze vive del capoluogo pugliese per accendere la passione della danza in città con un festival che ha attirato negli anni i migliori nomi del panorama nazionale ed internazionale della danza contemporanea e del balletto classico. Tutto appannaggio dei tantissimi giovani che calcano i palcoscenici di “Baridanza”, festival credibile ed autorevole nel circuito italiano delle rassegne e delle kermesse sorte nell’ambito della formazione e della valorizzazione dei talenti. Stavolta la scena sarà il palcoscenico del Teatro Anchecinema Royal di Bari dal 24 al 26 marzo, con una tre-giorni di fortissime emozioni ed altrettanti sold out come da copione dei “Baridanza” delle edizioni passate.

Ma come vivrà la sua ventiduesima edizione Mario Beschi, padre e direttore artistico del festival? Non posso nascondere l’emozione e la soddisfazione di aver già rappresentato questa creatura così tante volte. Né posso esimermi dal ricordare i grandi nomi del passato che si sono alternati sui nostri palcoscenici, infatti mi piace citarli uno ad uno ai giovani presenti alle nostre iniziative. E quest’anno non ho potuto tradire la tradizione che ci ha resi così credibili: in sella saliranno il presidente Stephane Fournial, direttore della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli, il coreografo Massimo Moricone, anch’egli spesso coreografo della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, Matilde Brandi e Roberto Baiocchi, personaggi insostituibili in un percorso di formazione intavolato per garantire ai giovani partecipanti la migliore offerta formativa possibile.

Del resto non mancano le buone idee al festival “Baridanza”, evidentemente strutturato per vincere le scommesse artistiche e didattiche del patron Mario Beschi che, peraltro, coglie l’occasione per spiegarci le due aree di intervento a cui punta quest’anno: intendiamo rafforzare la campagna d’informazione all’interno degli enti religiosi e delle scuole secondarie di secondo grado della Puglia e di altre regioni d’Italia per sensibilizzare la costituzione e la partecipazione di gruppi di danza anche popolare (disciplina prevista in concorso); continuare ed accrescere il percorso di premiazione dei talenti più meritevoli tecnicamente o potenzialmente attraverso borse di studio in Italia o all’estero, capaci di far approfondire e proseguire gli studi dei nostri ragazzi in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di giovani cui la famiglia non possiede capacità economiche in tal senso.  

Si scrive e si parla tanto di formazione per i nostri giovani. E lo fanno soprattutto dall’anno scorso con l’istituzione dell’Alternanza Scuola-Lavoro, disciplina mai così utile e pertinente nella formazione di giovani e giovanissimi danzatori. Ma come si insinua nell’offerta didattica un festival come “Baridanza”, così distante dai carrozzoni pubblici e dai finanziamenti a pioggia? La risposta sta nei nomi e nei numeri che ancora Mario Beschi ama snocciolare: oltre milleduecentottanta i danzatori partecipanti provenienti da tutto il territorio nazionale – ci spiega il direttore artistico – ed oltre milleottocento persone seguirono la manifestazione del 2016, un’ottima opportunità per i tanti giovani talenti che si ritrovano in un’iniziativa dagli alti contenuti artistici e sociali. A questo proposito abbiamo optato per una formazione eterogenea per i nostri ragazzi, a cominciare dalla settimana di studio presso la prestigiosa scuola THE ALVIN AILEY  di New York e la partecipazione al Premio Internazionale RIETI DANZA FESTIVAL. E poi attraverso il rinnovato connubio con il World Dance Movement, la convention/contest CRUISIN, THE AILEY SCHOOL ITALIAN SUMMER WORKSHOP, STAGE INTERNAZIONALE DI DANZA “SUMMER DANCE FESTIVAL” di Chiavari, DANZART SUMMER, DANCE WORKSHOP e WINTER DANCE CONVENTION. Partnership di indiscutibile qualità affinché il logo ed il nome di “Baridanza” possano essere sempre associati alla serietà ed al mantenimento degli impegni presi con i nostri interlocutori. Tuttavia passare dal presidente dello scorso anno (l’etoile del Teatro dell’Opéra di Parigi Jose Carlos Martinez) a quello di quest’anno (il direttore sancarliano Stephane Fournial) vuol’essere un segno di continuità leggibile nel solco della tradizione classica ed internazionale. Deve passare sempre e comunque che la danza nasce e cresce con una forte e robusta formazione classica.

Dal 24 al 26 marzo il sipario di “Baridanza” lascerà lo spazio ai giovani, proprio quando ricordiamo la luttuosa chiusura dei corpi di ballo del Maggio Musicale Fiorentino e del Teatro dell’Arena di Verona. E proprio quando Luciano Cannito, personaggio in vista del movimento coreutico italiano, sta raccogliendo migliaia di firme per una petizione indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la riapertura dei tanti corpi di ballo italiani. Ma per fortuna la danza può avere le punte nel tacco, in un divertente gioco di parole che ci conduce inevitabilmente nella regione più fruttuosa di questi ultimi anni. Quella Puglia che in questi giorni inneggia al suo capoluogo quale capitale della danza dal 24 al 26 marzo. Una capitale di sogni e di fortuna per una danza che sale meno sulle punte ed assai di più sul tacco!     

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