Biennale Danza 2024: Cristina Caprioli e Trajal Harrell premiati a Venezia

Il 21 luglio la consegna dei Leoni a due grandi nomi della danza contemporanea

di Fabiola Di Blasi
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Sono stati consegnati domenica 21 luglio i Leoni della Biennale Danza 2024, i principali premi di questa importante rassegna giunta alla XVIII edizione intitolata “We Humans” per volere del direttore Wayne McGregor: “Noi Umani siamo movimento. In un momento storico come questo, in cui la tecnologia ci permette di vedere quello che succede dall’altra parte del mondo in tempo reale e in modo dettagliato, dobbiamo chiederci, come mai prima, dove stia l’umanità e come possiamo accedervi in una più profonda connessione con il nostro corpo”.

La cerimonia, avvenuta a Venezia nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, ha visto il Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco consegnare il Leone d’argento a Trajal Harrell, danzatore e coreografo afroamericano tra i più importanti della sua generazione, che unisce vogue dance, butoh, danza postmoderna al di là delle distanze cronologiche e culturali. Il Leone d’oro alla carriera è stato, invece, consegnato a Cristina Caprioli, danzatrice, coreografa e teorica sperimentale italiana con base a Stoccolma dove ha ricevuto la Royal Gold Medal «Illis quorum meruere labores» nel 2021, onorificenza svedese attribuitale «per il suo contributo significativo come danzatrice e coreografa e per il suo eccezionale contributo nel campo della danza svedese e internazionale». La Caprioli ha  fatto una carriera importante e della coreografia “un discorso critico in continuo movimento”.

Il Direttore artistico Wayne McGregor ha così motivato l’attribuzione dei premi:

“Performer, coreografo, artista e filosofo, Trajal Harrell è unico. Con la sua ricerca fondamentale basata su una ricca conversazione tra la danza postmoderna, la scena del voguing newyorkese e la danza giapponese butoh Trajal Harrell è un artista originale. Il suo lavoro re-immagina il nostro passato e sbeffeggia la distanza cronologica, geografica e culturale, portando le sue performance in luoghi dedicati tanto alle arti visive quanto al teatro dal vivo. Harrell utilizza gli strumenti del pensiero critico, in particolare la ricerca sul genere, il femminismo e il post-colonialismo, per sfruttare la sua profonda conoscenza della storia dell’arte e della danza. Frutto di una ricerca approfondita, le sue performance sono come tanti oggetti sensibili, ibridi e gioiosi che prendono in prestito in egual misura dalla moda, dalla cultura pop e dagli artisti d’avanguardia. È in questo mix unico di generi, nella sorprendente giustapposizione di forme e nella vastissima gamma di emozioni che il lavoro di Harrell coinvolge e appassiona. Ridiamo con la stessa rapidità con la quale piangiamo, come su una montagna russa viscerale e sensoriale di commozione e gioia”.

Cristina Caprioli è una danzatrice, coreografa, insegnante, scrittrice, accademica e curatrice. Il suo corpus di lavori innovativi ha consolidato la sua indiscutibile posizione quale una delle più importanti coreografe in Svezia, mentre la sua portata internazionale ha silenziosamente e sostanzialmente influenzato più generazioni di coreografi durante i suoi tre decenni di provocatoria ricerca fisica e di condivisione. A metà degli anni Novanta Caprioli ha fondato l’organizzazione indipendente ccap, con la quale ha prodotto un’ampia gamma di performance, installazioni, film, oggetti, pubblicazioni e altre “coreografie”, oltre a progetti di ricerca interdisciplinari a lungo termine. La coreografia di Caprioli è caratterizzata da precisione, complessità e forme emergenti di virtuosismo fisico. Tutte le sue produzioni sfidano i format normativi e le economie di scambio del settore; le basi filosofiche del suo canone hanno bilanciato una rigorosa ricerca concettuale con esperienze impersonate, coinvolgenti e altamente accessibili. L’impegno di Caprioli per il progresso, l’evoluzione e lo sviluppo della nostra forma d’arte è stato fonte di ispirazione per il settore e il suo approccio “sotto traccia” a tutto ciò che intraprende smentisce l’eccezionale qualità e integrità del suo processo creativo a 360 gradi, dove il movimento, la danza, la coreografia e la creatività possono guarire, dare energia e cambiare le prospettive”.

In copertina: Cristina Caprioli, Leone d’oro alla carriera, e Trajal Harrell, Leone d’argento – Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù

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