Finché c’è tango c’è vita sarà presente al debutto nazionale dello spettacolo che unisce le due danza regine dei sobborghi: Tango e Break Dance.
BREAK THE TANGO, lo spettacolo ideato e diretto da German Cornejo, uno dei massimi esponenti del tango mondiale, vede la sua prima serata italiana, dopo il grande successo europeo, al Teatro Ciak di Milano, questa sera mercoledì 7 febbraio. Proseguirà poi in altre città e teatri italiani: Politeama Rossetti di Trieste (13 febbraio), Gran Teatro Geox di Padova (15 febbraio), Teatro Colosseo di Torino (17-18 febbraio), Politeama di Genova (19 febbraio), Teatro Celebrazioni di Bologna (21febbraio) l’Olimpico di Roma dal 20 marzo.
L’idea di contaminare il Tango con la Break ha preso forma cinque anni fa quando Cornejo, durante un suo spettacolo a Zurigo, incontrò Biorn Meier, alias Buz, specialista di Break e riferimento internazionale: da uno workshop insieme è nata l’idea dello spettacolo in scena questa settimana.
Sul palcoscenico con Cornejo la sua storica compagna tanguera Gisela Galeassi, dieci ballerini di tango, una crew di sei Bboy, la talentuosa cantante argentina Gisela Lepio, un orchestra composta da pianoforte, chitarra, bandoneon, batteria.
“Spettacolarità, musica live, tanto ritmo e una qualità eccellente dei protagonisti – un vero e proprio spaccato di quanto di meglio si muova in ambito internazionale nelle discipline del tango e della break dance scelto in più di due anni di selezioni in tutto il mondo – fanno di Break The Tango uno spettacolo che travalica le passioni per l’uno e l’altro genere”.
Sul palco di Finché c’è tango c’è vita, con noi in intervista c’è German Cornejo!
Grazie German per essere qui con noi! Cominciamo dal titolo: Break the Tango, to break significa rompere, quindi letteralmente il titolo significa “rompere il tango”. Che cosa hai voluto “rompere” del tango?
Ho voluto rompere la struttura del tipico spettacolo di tango e la ripetizione dei temi. Generalmente gli spettacoli iniziano con l’arrivo degli immigranti e terminano con le luci e i lustrini del palcoscenico: io non ho mai voluto chiudermi in questo schema. Ho rifiutato in un certo qual senso questa sorta di “schema padrone” cui costantemente rifarsi.
Le radici sono importanti, per me come per tutti. L’intera mia famiglia, nonni compresi, ballavano tango. Ma io sono nato in un altro momento storico, sono un trentenne, ho ascoltato tanta musica diversa, ho respirato arte, cinema, tutto si è mescolato in me con il tango e quindi non volevo ripetere le formule già viste.
Mi piace essere eclettico e fare ricerca. Il nuovo rende liberi e lo so, questo può far paura in quanto ripetere è sicuramente più rassicurante. Ma ripetendo ci si ferma, non si evolve e non si scopre la propria personalità.
Anche i maestri di tango dovrebbero sperimentare maggiormente per dare la possibilità agli alunni di creare il proprio modo di essere nel tango, altrimenti tutto diventa uguale, una costante ripetizione di schemi di altri. Bisogna saper creare una proposta, la propria storia, il proprio cammino, la propria arte.
Improvvisazione, provenienza dalla strada sono le caratteristiche che uniscono tango e break dance?
Si certo sono entrambe street dance e nel mio spettacolo vedrete break, pop, tango elettronico, vedrete quello che è più vicino al nostro mondo di oggi. I fenomeni sociali cambiano e la danza deve mutare con loro. Noi giovani assistiamo a nuovi eventi, nuovi fenomeni e il tango che é cammino di vita deve mutare come muta la vita.
L’improvvisazione caratterizza entrambi i balli perché è legata agli stati d’animo che si provano in quel momento e che trovano espressione col linguaggio del corpo e della danza.
Quindi nascita simile per le due danze ma con due stati d’animo differenti?
Si il tango nasce perché i lavoratori a fine giornata volevano rilassarsi, riposarsi e divertirsi. I primi tanghi infatti sono allegri non drammatici, l’intento era passare serenamente del tempo libero insieme. La break dance è molto viscerale, nasce dalla frustrazione della povertà, dal bisogno di esprimere i problemi famigliari, il sentirsi esiliati, è la furia, la rabbia che si esprime nei gesti disarticolati…..nel tango c’è il conforto dell’abbraccio, nella break dance c’è la rabbia, la delusione, l’insoddisfazione.
Quindi di fatto c’è tanto cuore in entrambe le danze?
Si, un cuore ferito nella break dance, un cuore rasserenato nel tango, comunque un cuore pieno di emozioni. Il tango è connessione, comunicazione, la break dance é pura istintiva espressione viscerale urlata.
Come nasce la tua passione per la danza e per il tango? Che cosa sognavi da bambino?
Ho iniziato a ballare spontaneamente a 5/6 anni, imitavo i miei genitori e i miei nonni. Nella mia famiglia ho respirato arte, libertà di espressione. Ho cominciato con il folclore argentino e poi il tango e, apprendendo molto velocemente, in pochi mesi ho cambiato e aumentato di livello le classi in cui studiare. Appena undicenne mi ritrovai a studiare con persone molto più grandi di me, e poi, la sera, andavo in milonga a ballare: un dodicenne che ballava con gli adulti. Poi a 14 anni ho sentito che dovevo andare oltre, studiare altre danze e ho cominciato col jazz, il contemporaneo, il flamenco e progressivamente ho iniziato ad avere un altra visione del tango …la mia!
Il pubblico di riferimento di Break The Tango?
Lo spettacolo abbraccia un pubblico potenzialmente amplissimo che abbia voglia di divertirsi, sorprendersi, ballare, emozionare, sperimentare. Una platea senza confini!
Grazie German per questa intervista e per la tua visione innovativa del tango e….in bocca la lupo per lo spettacolo!
E come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!
Un abbraccio!
IL CAST di BREAK THE TANGO
Primi ballerini:
German Cornejo e Gisela Galeassi
Ballerini:
Nicolas Schell, Noelia Pizzo, Ezequiel Lopez, Camila Alegre, Edgar Luizaga, Pamela Pucheta, Martina Waldman, Josè Fernandez, Mariano Balois, Micaela Sina
Ballerini di Break Dance:
Henry Monsanto, Jonathan Anzalone, “Hill” Gil Adan Hernandez Candelas, “Issue” Kwangsuk Park, Bboy Cho Joo Hyosung, Bboy Dol Jinhyoung Park.
Direttore Musicale: Ovidio Velazquez
Cantante: Gisela Lepio Piano: Ovidio Velazquez
Chitarra: Luciano Bassi Bandoneon: Clemente Carrascal
Batteria: Jerónimo Izarrualde