Carmen che seduce, Carmen che appassiona. Altro successo per Fredy Franzutti e il Balletto del Sud

di Francesco Borelli
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Carmen che seduce, Carmen che appassiona, Carmen che incanta. Lo scorso week end, il Teatro Carcano di Milano è stato palcoscenico ideale per la messa in scena di una delle produzioni di punta del Balletto del Sud, compagnia del leccese Fredy Franzutti che, dopo oltre vent’anni, continua a mietere successi a ogni replica, ricordandoci che la danza è narrazione, racconto e bellezza.

Una creazione che scorre limpida e agile, tra virtuosismi tecnici ed emozioni palpabili, tra personaggi riconoscibili nelle proprie intime caratteristiche e un ensemble forte e che viaggia, cosa spesso rara, compatto e all’unisono.

Carmen è donna fatta di carne e sangue e la sua storia, qui raccontata in danza, accompagna lo spettatore laddove solo la bella danza può condurre: in un mondo in cui la narrazione, ricca di colti rimandi, fa da padrona. E lì, tra le pagine scritte di un testo memorabile, si coglie il valore sopraffino del balletto misto a una chiarezza del racconto che oramai, ahimè, sempre di più manca alla danza italiana e non solo.

L’opera di Franzutti si caratterizza, in primis, di grandi intuizioni. Il cantastorie leccese, infatti, forte di cultura e conoscenza, propone una lettura rapida e snella che piace a tutti, addetti ai lavori e appassionati, creando un’empatia immediata con un pubblico, sin dall’inizio dello spettacolo, rapito e attento. Due atti e sei scene in cui Carmen si racconta con immediatezza e vigore grazie anche e soprattutto a una protagonista ineccepibile. Nuria Salado Fustè è Carmen: seduce, innamora, ha paura, soffre, muore. Un caleidoscopio di emozioni che la danzatrice rende senza passi falsi, sempre autentica e maestosa, aderente al personaggio e bellissima. Tecnica pulita, gambe che raccontano e braccia morbide che esprimono, insieme a un volto animato dal sacro fuoco, una sincerità di emozioni propria solo delle grandi interpreti.

Se da un lato Escamillo, interpretato da Tsetso Ivanov, danzatore ospite della compagnia, soffre per una fisicità che fa pensare più a un principe che al torero tutto fuoco e passione, dall’altro il ruolo di José è interpretato magistralmente da Carlos Montalvan. Da tempo danzatore di punta del Balletto Del Sud, Montalvan ha dimostrato ancora una volta di essere capace di rendere tutte le sfumature di un personaggio. A mio avviso, gode di una grande qualità: la tecnica stessa diviene strumento e non fine, mezzo per raccontare una storia, un personaggio e un’emozione. Il merito di questo meraviglioso danzatore sta nell’essere chi è chiamato a interpretare, grazie a una consapevolezza tecnica eccellente, che mette in secondo piano ciò che è scontato per dare forza e bellezza alle storie che racconta.

Meritano una menzione anche Alexander Yakovlev, Zuniga, e Martina Minniti che interpreta Micaela, il primo amore di José. Quanto trasporto per quell’amore perduto!

Il corpo di ballo, uomini e donne, è ben condotto e pulito nell’insieme e nell’esecuzione. La tecnica brilla come la musicalità di ciascun danzatore. Precisazione scontata? No, oggi purtroppo non lo è.

L’artista salentino Franzutti, con questo balletto rappresentato per la prima volta a Bologna nel 2008, si è sapientemente inserito nella scia dei grandi del 900 che hanno coreografato l’opera di Bizet; e l’ha fatto in punta di piedi ma con la sicurezza di chi conosce, studia, approfondisce e sa. In collaborazione col pianista Francesco Libetta, Franzutti accosta alle musiche di Georges Bizet le opere di altri autori come Isaac Albéniz, Emmanuel Chabrier e Jules Massenet, disegna i bozzetti dei costumi ricostruiti sulle immagini delle prime rappresentazioni dell’opera e regala, infine, una visione totale sul personaggio, sulla storia e sullo spettacolo.

Le scene realizzate da Francesco Palma e le luci di Piero Calò completano un’opera pressoché perfetta.

L’eroina di Prosper Mérimée, dal cui testo Bizet ha tratto l’opera, è rivissuta, con slancio sapiente lo scorso uggioso week end. Milano ha accolto, gremendo la platea e con applausi calorosi il balletto di Franzutti, quasi a voler contrastare il freddo inverno che bussa alle porte con sempre maggior vigore. Il calore e la passione proposti sul palcoscenico han regalato un caldo pomeriggio e ore di bellezza.

Chapeau a Franzutti e alla sua compagnia, oggi una delle realtà italiane più efficaci e di valore.

Crediti fotografici: Francesco Sciolti

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