Cenerentola di Luciano Cannito, leggerezza e armonia di un balletto che fa sognare. LA RECENSIONE

di Francesco Borelli
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Esistono fiabe che incantano. Non solo perché raccontano di mondi bellissimi fatti di principesse, fate e zucche che si trasformano in carrozze. Ma anche perché donano sogni, ci regalano l’illusione, a volte reale, che tutto è possibile. E di sogni, oggi, abbiam bisogno.

La CENERENTOLA del Maestro Luciano Cannito rientra perfettamente in questo filone e può essere considerata un bellissimo regalo di Natale per chiunque abbia affollato il Teatro degli Arcimboldi lo scorso 17 dicembre. Il racconto è quello che conosciamo; ciò che rende un unicum il balletto di Cannito è l’approccio coreografico che il Direttore del Roma City Ballet Company, una delle formazioni italiane più recenti, mantiene, delicato e fantasioso, per tutto il balletto. I passi a due sono “aria pura”, leggeri e armonici senza quei contorti passaggi che spesso appesantiscono le coreografie di oggi. Le scene di gruppo del secondo atto sono efficaci ed incisive. Coreograficamente poi mostrano una leggerezza dell’esecuzione che rende la visione del balletto una “ventata d’aria fresca”.

Virna Toppi, prima danzatrice della compagnia, è artista duttile e sempre al servizio del ruolo. La sua Cenerentola è piena di innocenza e stupore, emozioni che vivono, dolci, nelle movenze e negli occhi. Tecnicamente ineccepibile e prepotentemente bella la Toppi merita il plauso del pubblico e della critica. Alessandro Staino è danseur noble, principe di linee e tecnica. Il passo a due che insieme alla Toppi interpreta nel secondo atto lo promuove partner eccellente, forte e presente. La matrigna di Manuel Paruccini, già primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, è eccezionale: simpatica, divertente, sopra le righe. Tutto è studiato ma tutto è naturale. Il pubblico apprezza e sorride. Le sorellastre Silvia Accardo e Corinne De Bok calcano la mano e con Paruccini creano un trio a dir poco esilarante. E la Accardo poi brilla per incisività.

Luciano Cannito si dimostra, ancora una volta, tra i coreografi più capaci del panorama della danza italiana. Pur indissolubilmente legato al mondo del balletto classico rende tutto moderno e attuale. C’è il rispetto delle linee, c’è la tecnica e ci sono i virtuosismi. Ma Cannito va oltre e regala ad ogni passo una connotazione moderna e dinamica. Ci sono respiri, ci sono armonie di movimento che vanno oltre al semplice passo e risultano, alfine, bellissime.

La compagnia composta da giovani danzatori italiani è all’altezza del compito. Buoni gli insiemi e puliti nell’esecuzione tecnica. La musica splendida di Prokofiev completa un’opera bellissima; una versione di Cenerentola che va ad aggiungersi a quelle assolutamente da vedere.

I costumi sono stati creati da Giusi Giustino e le scene da Michele Della Cioppa, entrambi artisti i cui lavori sono rappresentati nei maggiori teatri del mondo. Il balletto invece è prodotto da Fabrizio Di Fiore Entertainment cui va il merito di aver creduto in un progetto così ambizioso e fortunatamente di grandissimo successo.

“Cenerentola è la favola della ragazzina poverina, angustiata da due antipaticissime sorellastre e da un’insopportabile matrigna, che sogna il suo principe azzurro e che per la sua bontà, dedizione e umiltà, alla fine questo principe riesce ad incontrarlo davvero e addirittura a sposarlo, aiutata naturalmente da tutti gli eventi positivi e da tutte le fatine buone del mondo, che ripagano sempre chi soffre e fa del bene”. Così il Maestro Cannito racconta la sua Cenerentola e spiega bene, tra le righe, il senso di questo balletto. Sognare è il sale della vita. E in una vita a volte troppo difficile è necessario credere nei sogni e nella fantasia. In fondo, come si diceva all’inizio di questo articolo, di sogni abbiamo proprio bisogno.

DA NON PERDERE.

Prossime rappresentazioni:

  • 4 gennaio CENERENTOLA Catanzaro Teatro Politeama
  • 6 gennaio CENERENTOLA Bari Teatro Team

Crediti fotografici: Luca Vantusso

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