“Chicago il musical”: tutto perfetto, o quasi! – la recensione

di Francesco Borelli
11,6K views

Lo scorso 5 ottobre ha debuttato presso il Teatro Nazionale Che Banca! il nuovo allestimento del musical CHICAGO, prodotto da Stage Entertainment e Matteo Forte con la regia di Chiara Noschese e le coreografie di Franco Miseria.

Scritto da John Kander, Fred Ebb e il grande Bob Fosse, il titolo mancava da moltissimo tempo dalle scene italiane, quasi 19 anni, e dopo quella trascurabile versione si aveva, fortissimo, il desiderio di immergersi nelle calde atmosfere di una Chicago maledetta e affascinante tra musica jazz, canzoni che non si dimenticano e coreografie avvincenti.

La storia la consociamo tutti: Roxie Hart, una cantante di nightclub uccide il suo amante quando scopre che sta per lasciarla. Dopo essere stata condannata per il suo omicidio, finisce in carcere e trama per uscire di prigione con ogni mezzo necessario. Incarcerata in piena epoca di proibizionismo, Roxie incontra il suo idolo Velma, anche lei assassina e cantante jazz.

Le due uniscono le forze con l’astuto avvocato Billy Flynn e complottano rapidamente per riconquistare la libertà e la fama nella Chicago underground.

Le scene di Lele Moreschi e i costumi di Ivan Stefanutti contribuiscono a disegnare un quadro perfetto e le canzoni, seppure tradotte, non perdono il colore e la forza che le sono proprie.

Protagonisti di “Chicago Il Musical” sono la stessa Chiara Noschese (Mama Morton), Stefania Rocca (Velma Kelly), Giulia Sol (Roxie Hart), Brian Boccuni (Billy Flynn), Cristian Ruiz (Amos Hart), Luca Giacomelli Ferrarini (Mary Sunshine).

Chiara Noschese è una grande certezza del musical tutto italiano. Perfomer eccellente, incanta con la sua Mama Morton. La vocalità è perfetta, il suo entrare nei personaggi che interpreta è cosa nota e il suo incedere sul palcoscenico è sempre sorprendente. Mama/Chiara è irriverente, doppio giochista, infine simpatica. La Noschese non sbaglia un colpo. E non sbaglia neppure con la sua visione dello spettacolo. Colorata, violenta, un circo dove i personaggi si intrecciano con sapienza e la notorietà diviene obiettivo primario oltre ogni morale. Quasi una metafora dei nostri giorni difficili. Ogni dettaglio registico è curato, ogni momento dello show scorre leggero senza intoppi e, alla sua corte, ciascuno regala il meglio di sé. O quasi.

Giulia Sol è un amore. Canto, danza, recitazione: tutto è perfettamente calibrato. Già meravigliosa Molly nel musical Ghost, la Sol ci regala una Roxie Hart da manuale. La ragazza ha talento da vendere e ce lo dimostra con la professionalità e la bellezza che le sono proprie.

Brian Boccuni è l’avvocato Billy Flynn. La sua interpretazione è formidabile. Ho atteso ogni singolo momento che lo vedeva protagonista per poter, sempre più, toccare con mano, oltre alla Sol, il talento vero, quello che ti fa andare a teatro per poi uscirne colmo di buone sensazioni. Cantante e ballerino dalla capacità indiscutibile, Boccuni ha tempi scenici da grande attore. Il suo Billy è così deliziosamente odioso da non poterlo, infine, amare.

Luca Giacomelli Ferrarini interpreta il ruolo en travesti della giornalista Mary Sunshine. Chi di coloro che hanno assistito allo spettacolo non ha dubitato, almeno per un secondo, che si trattasse di una vera donna? L’estensione vocale, la limpidezza del timbro e la grazia del movimento sono tali da insinuare il dubbio. Di certo Ferrarini è una grande scoperta e a lui si augura il futuro più radioso.

Cristian Ruiz è Amos. Che dire di lui? Come la Noschese, Ruiz ha il dono di essere qualsiasi cosa voglia e il suo Amos è infinitamente tenero, una vittima dell’anonimato, e una pedina della moglie o di chiunque voglia di lui approfittarsi. Ruiz è Ruiz, sempre bravo, sempre impeccabile. Una certezza.

Le coreografie del Maestro Franco Miseria sono il valore aggiunto di questo spettacolo. Vivaci, brillanti, modernissime. I ballerini, ottimi performers tutti, danzano con tecnica, padronanza e talento, e la qualità del lavoro del Maestro è visibile in ogni insieme, in ogni dinamica e in ogni quadro coreografico che rimanda ai fasti del varietà, cui lo spettacolo strizza l’occhio.

Unica nota dolente in una confezione di altissimo livello è la presenza di Stefania Rocca. Nessuno discute le qualità attoriali, la Rocca ha dimostrato al cinema e in TV di valere molto. Ma il musical vuole e pretende molto di più: innanzitutto una preparazione vocale e ballettistica che qui, chiaramente, mancano. Sono certo però che con le innumerevoli repliche previste si aggiusterà il tiro e la Rocca ci regalerà una Velma sempre più all’altezza.

Uno spettacolo da vedere! A testimonianza del fatto che il musical italiano ha sempre meno da invidiare agli spettacoli oltre oceano.

Articoli Correlati

2 comments

Serena Cantalupi 20 Ottobre 2023 - 11:00

Perfettamente d’accordo con questa recensione, e mi auguro anch’io che la pur brava Rocca migliori (e di molto!) la sua performance. A Ruiz basta la prima battuta perché si dica “questo è un attore!”

Reply
Laura carrara 17 Dicembre 2023 - 20:47

Sono d’accordo. Nei musical si deve saper cantare e ballare. Stefania Rocca non è stata all’altezza e non credo che bastino le prossime repliche perché possa migliorare la sua interpretazione purtroppo a mio parere insufficiente.
Non è stata una sua responsabilità, ma di chi l’ha scelta per una parte che non è nelle sue corde.
Peccato… lo spettacolo ne ha sofferto .

Reply

Lascia un Commento