Ci lascia Ismael Ivo, dopo una vita dedicata alla danza

di Giada Feraudo
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Un addio inaspettato quello a Ismael Ivo, che priva il mondo della danza di un’altra grande figura che ha caratterizzato gli ultimi decenni: dopo oltre un mese di ricovero nella sua città natale, San Paolo, in Brasile, dov’era tornato nel 2017 dopo una grande carriera internazionale, il famoso ballerino e coreografo è mancato lo scorso 8 aprile, a causa del Covid.

Di umili origini, Ivo è cresciuto allevato dalla madre, di professione collaboratrice domestica, che aveva intuito la vocazione del figlio e lo aveva incoraggiato da subito a coltivare la sua passione innata per la danza. Ivo ha la possibilità studiare danza moderna grazie ad alcune borse di studio. Nel 1983 avviene l’incontro con Alvin Ailey, che cambia il corso della sua vita e lancia la sua carriera artistica. Il coreografo nordamericano lo invita a New York nella sua compagnia, la Alvin Ailey Dance Center, la prima formazione multirazziale.

L’anno successivo, insieme al direttore artistico Karl Regensburger, fonda il festival di danza contemporanea ImPulsTanz a Vienna, considerato uno dei più grandi appuntamenti di danza internazionale in Europa.
Lavora con Pina Bausch, William Forsythe e altri coreografi di fama mondiale.

L’Italia scopre questo straordinario artista nel 2002, alla Biennale di Venezia, dove egli danza l’assolo Mapplethorpe, dedicato al grande fotografo americano che lo aveva immortalato a New York. Il suo corpo nero, nudo, possente, irrompe sulla scena infrangendo i tabù sociali e diventa un potente simbolo di erotismo maschile.
Il successo di pubblico è tale che verrà aggiunta una replica in calendario.

Nel 2005 Ismael Ivo diventa Direttore del Settore Danza della Biennale, incarico che ricopre fino al 2012, periodo durante il quale, oltre a firmare importanti spettacoli per la rassegna lagunare, come Erendira Illuminata, è maestro di tanti giovani danzatori attraverso l’Arsenale della Danza.
Per loro crea altri importantissimi lavori come Oxygen, Babilonia, Il terzo Paradiso, The Waste Land, Biblioteca del corpo.

Dopo 33 anni fra Europa e Stati Uniti, dal 2017 al 2020 diventa direttore del Balé da Cidade de São Paulo, in Brasile, e poi co-direttore del Theatro Municipal de São Paulo insieme al direttore d’orchestra Roberto Minczuk. L’autunno scorso era stato nominato “artistic advisor” per l’emittente brasiliana TV Cultura.

Ci ha salutati per sempre a soli 66 anni.

Crediti fotografici: Regina Brocke

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