CROSSOVER: ricerca e riflessione sul mutamento di una realtà in continuo divenire

di Giada Feraudo
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Andrà in scena, il prossimo martedì 8 maggio alle ore 21, presso il Teatro Tor Bella Monaca di Roma, lo spettacolo dal titolo Crossover, per la regia e la coreografia di Manolo Perazzi, giovane emergente sulla scena della danza italiana.

Questo suo primo lavoro coreografico, presentato in prima nazionale al Festival Oriente Occidente di Rovereto e realizzato con la collaborazione della danzatrice Valeria Russo e con il sostegno del Gruppo E-Motion, è stato ospite di CORPOGRAFIE 2017.

Ad animare la ricerca coreografica è la filosofia del divenire di Eraclito tra ripetizione e mutamento che spinge l’immaginazione ad esplorare nuove sensazioni corporee. L’autore affida alla parola inglese crossover lo stato emotivo e fisico della sua danza. Questo lavoro cattura l’uomo sospeso tra il reale e l’immaginario, tra istinto e razionalità, impulsi e freni, guidato da un’energia che non si interrompe anche quando sembrerebbe accennare ad un’involuzione, ad un arresto.

L’idea del progetto nasce da alcune domande: come l’essere umano con il suo corpo può cambiare in relazione ai mutamenti dell’ambiente che lo circonda? Di che natura sono gli impulsi che esso riceve da un ambiente che sta mutando? Qual è la reazione del corpo ad un mutamento, cosa percepisce e che tipo di trasformazione avviene all’interno? Nel lavoro, gli interpreti vengono collocati sempre in un nuovo ambiente, i loro corpi vengono plasmati in relazione ad esso e alla situazione che si viene a creare.

I performer vengono sopraffatti da un sovraccarico di energia, di emozioni, di input, influenze provenienti dall’esterno. Gli interpreti quindi vengono attraversati costantemente da energie che li porteranno a proteggersi, a decidere in che modo farsi coinvolgere; vengono sbattuti e stracciati da forze esterne, le articolazioni schizzano via, lo spazio viene occupato in modo violento, la muscolatura non riesce a controllare la situazione. I corpi vengono proiettati verso nuove traiettorie, fuggono, devono riconsiderare la propria esistenza, l’istinto di sopravvivenza è forte e permette loro di adattarsi. Il corpo cede mettendo in discussione tutto quello che è, che è stato e che sarà. È il corpo di un uomo pieno di domande e alla ricerca di risposte, che dovrà, attraverso un dialogo interiore, cercare di stabilire un equilibrio che lo aiuterà a focalizzare i suoi reali obiettivi in mezzo agli innumerevoli ostacoli e scelte che gli si pongono davanti. L’uomo si perde, smarrito in un caos mentale che rispecchia la confusione dell’ambiente esterno: viene continuamente costretto al cambiamento.

La performance prevede la presenza e l’interazione di tre persone, due danzatori e una musicista e regista del suono, Flavia Massimo, che, attraverso un violoncello, un synt e una loop station costruisce la partitura sonora. È a dettare le regole dello spettacolo e del movimento, lei a governare sui performer, un elemento esterno al di sopra delle parti che scandisce lo spettacolo delineando la costruzione di un percorso sonoro che interagisce con gli interpreti accompagnandoli e guidando la loro danza. Il lavoro è caratterizzato da continui cambi di ambiente e di musica a volte anche repentini ed improvvisi, dettati dalle scelte dei performer e della violoncellista.

Regia e Coreografia: Manolo Perazzi
Interpreti: Manolo Perazzi e Valeria Russo
Musiche e Regia del suono: Flavia Massimo
Disegno Luci: Ivandimitri Pilogallo
Foto: Paolo Porto
Produzione: Gruppo e-Motion
Con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione
Abruzzo e del Comune dell’Aquila
Coproduzione: CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto (TN), Festival Oriente Occidente
Residenze: ACS Abruzzo Circuito Spettacolo (Teramo); NAO di Ariella Vidach (Milano)

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