Il Teatro di San Carlo di Napoli si appresta a chiudere il sipario della stagione 2017-2018 con un titolo in prima nazionale ed un coreografo di fama mondiale: “La Dama delle Camelie” di Derek Deane in scena dal 15 al 22 settembre. Un binomio espressamente british, proprio come nelle intenzioni del direttore del corpo di ballo sancarliano Giuseppe Picone. Uno che il ruolo di Armand avrebbe potuto interpretarlo eccome! Al pari di quell’Onegin che ha fatto letteralmente impazzire il pubblico e la critica del Massimo napoletano qualche annetto fa.
Non nascondo che Armand può somigliare all’Onegin di John Cranko – ammette il direttore – eppure non ho avuto mai la fortuna di rappresentarlo da interprete. Tuttavia ho pensato a “La Dama delle Camelie” per i miei ragazzi della compagnia affinché crescessero oltremisura con un balletto davvero di respiro internazionale. Gli stessi direttori d’orchestra mi hanno fatto i complimenti per questa scelta e per quella del “Sogno di una notte di mezza estate” che andremo a rappresentare nel futuro prossimo. Di certo la scelta vuole aprire le porte del nostro teatro anche al pubblico meno avvezzo al balletto, magari stuzzicandolo con un titolo altisonante della letteratura mondiale.
Scelta di grande gusto, dunque, soprattutto se associata ai titoli di cassa quali “Lo Schiaccianoci”, “Il lago dei cigni”, “Coppelia” ed i vari altri titoli proposti negli ultimi “Autunno Danza” delle scorse stagioni. Qui il direttore ha voluto lanciare soprattutto Anna Chiara Amirante ed Alessandro Staiano, protagonisti assoluti dei due cast in coppia rispettivamente con Istvàn Simon e Maria Yakovleva. Le coreografie di Derek Deane, da sempre nel cuore del repertorio anglosassone, mai come stavolta rappresentano il non plus ultra della narrativa tragica e finanche comica con Armand e Marguerite con una plusvalenza contemporanea nello stile e nelle scene.
Sono molto felice di tornare a Napoli – esordisce Derek Deane – ed ancor di più per essere il coreografo di questa prima nazionale con “La Dama delle Camelie”. Giuseppe Picone ha avuto grande gusto nella scelta del titolo e lo ringrazio per aver puntato sulla mia coreografia. I giovani interpreti della compagnia sono stati catapultati in un grande balletto e questo rende onore al loro direttore. E’ una fortuna immensa per loro, soprattutto perché in questi ultimi tempi noto sempre più che i professionisti non sanno più stare tanto nelle parti. La danza sta diventando più sfoggio di qualità tecniche e sempre meno di quelle artistiche. A questo proposito ho voluto dare una svolta a “La Dama delle Camelie”, con uno sguardo più approfondito alla tecnica contemporanea con un allestimento scenografico molto innovativo. A cominciare dalla scatola che conterrà tutte le ambientazioni, passando per le videoproiezioni ed alle scelte delle luci e dei colori tutti appannaggio della sola Marguerite. Gli uomini saranno invece tutti in nero e bianco.
Le musiche di Carl Davis, compositore statunitense ultraottantenne, le scene di Nicola Rubertelli e l’exploit dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Nicola Giuliani sono il valore aggiunto che il teatro diretto da Rosanna Purchia ha messo a disposizione della collettività. Un impegno che va al di là della stagione in chiusura, quasi a voltare pagina rispetto al passato così avaro nei confronti della Tersicore napoletana.
Nel mondo si investe sempre meno sul balletto – aggiunge il coreografo inglese – snaturando l’arte della danza con produzioni carenti e poco innovative. Io ad esempio abolirei l’uso dei tutù in scena proprio per offrire un nuovo tipo di approccio vero il pubblico delle nuove generazioni. Tuttavia approfittiamo di questa “Dama delle Camelie” per insistere su un repertorio importante ma arricchito da un ventaglio di sospiri estremamente contemporanei.
Il mix esplosivo di classico e contemporaneo griffato da Derek Deane striderà probabilmente con la primissima esperienza a tu per tu con Marguerite ed Armand firmato da sir Frederik Ashton nel lontano 1963, soprattutto perché al Teatro di San Carlo non si era mai sperimentato così tanto su un titolo storico! Tuttavia l’attesissima prima del 15 incombe e lo stesso coreografo inglese suggerisce la visione di una vecchia pellicola per anticipare le suggestioni della sua “Dama delle Camelie”. Ho voluto ispirare il balletto alle lontane suggestioni emerse nel film “Margherita Gauthier” di Cukor del 1936 nella sublime interpretazione di Greta Garbo – chiude Derek Deane – Vorrò rievocare in scena le stesse emozioni anche attraverso la scenografia, insistendo sui colori bianco e nero salvo il profilo di Margarite, colorata di volta in volta a seconda delle emozioni che il pubblico potrà percepire nell’immaginifica scatola bianca realizzata ad hoc.
Crediti fotografici: Francesco Squeglia