Dal respiro arrivano i gioielli in dono

di Lia Courrier
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Dopo otto mesi di lavoro intenso e duro, quasi sempre con gli stessi gruppi di persone, comincio ad ascoltare quante volte dico e ripeto sempre le stesse cose. E mi annoio da sola. In pratica cerco di mascherare gli stessi pochi concetti dietro a confezioni sempre nuove, fatte di immagini o metafore, a volte dal punto di vista della fisiologia, altre più dando importanza al fattore emotivo o energetico. Ma fatto sta, cari ragazzi, che i principi che guidano il corpo in movimento sono proprio pochi e sempre attivi in ogni gesto o azione che facciamo in ogni istante della nostra quotidianità. Purtroppo, proprio perché universali, sono difficili da contattare ed utilizzare con coscienza e consapevolezza.

No, non dico questo per giustificare la mia assenza di inventiva nei contenuti delle correzioni, si tratta proprio di scoprire gli strumenti che il nostro corpo possiede intrinsecamente per natura, e che sono alla base non solo del movimento danzato ma di ogni movimento. Fino a che non li si è compresi a livello esperienziale, e non si è imparato ad usarli per ottimizzare il dispendio di energie e rendere il movimento fluido e potente, è inutile anche solo pensare ad aggiungere qualcos’altro.

Metterei in questa rosa di ‘fondamentali’ l’allineamento, il suo mantenimento e la possibilità di non farlo; la gestione del peso e del suo spostamento; il radicamento e la capacità di spingere contro il suolo per liberarsi nello spazio; l’uso delle forze che si muovono dal centro alla periferia e viceversa; la spirale come funzione dinamica. Tutte qualità e abilità che però sottintendono ad una, senza la quale nessuna danza è possibile. Sto parlando della respirazione consapevole.

Mi sono resa conto che alla fine dell’anno scolastico sono ancora qui a chiedere ai danzatori di respirare mentre danzano, e non mi stancherò mai di spendere tempo per dare attenzione a questo aspetto, perché il respiro è un movimento che sta alla base della vita stessa e una danza che si compie in un corpo che non respira è contro natura. Eppure ogni giorno i danzatori che eseguono intere lezioni senza avere la minima consapevolezza di come il respiro possa aiutarli per integrare ogni livello dell’essere in un unico istante, profondamente radicato nel presente, che è esattamente la dimensione su cui ci interessa agire.

Anni fa chiedevo agli allievi di coordinare il respiro con il movimento, ma da quando pratico yoga, una pratica che pone proprio il respiro al centro della ricerca, ho capito che questa relazione va proprio invertita: bisogna fare in modo che il movimento segua il flusso del respiro. Il respiro è la musica, quel meraviglioso suono con cui noi letteralmente cantiamo la nostra danza, donandole esattamente quel fraseggio e quella potenza su cui poi il movimento potrà appoggiarsi ed esprimersi. Il respiro è come un vento che muove il corpo da dentro, un impulso che nasce dalle profondità per emergere in superficie attraverso il corpo fisico, un vento che a volte è una brezza sottile e leggera, altre soffia impetuoso e travolgente.

Non si tratta di una ricerca facile poiché, in special modo nella lezione di danza classica, rappresenta un argomento poco praticato, in più molto personale, dal momento che non esistono regole da seguire quanto piuttosto un’attitudine all’ascolto e alla capacità di osservazione. Affidandosi al metodo empirico, ogni danzatore può concedersi l’opportunità di fare questo cambio di posizione dell’osservatore, senza partire dal movimento ma da ciò che gli dà vita e vibrazione: il respiro consapevole. E vedere che succede.

L’atto di respirare è una terra di mezzo, una funzione che appartiene sia al sistema nervoso autonomo che a quello volontario, si tratta di un luogo di integrazione, nel quale i nostri personali mondi entrano in contatto e si armonizzano. Attraverso il respiro è possibile concentrare tutto l’essere in quel singolo movimento, oppure coordinare tutte le parti del corpo, che saranno percepite come un’unità di singoli elementi ben organizzati che agiscono in sinergia. Separazione e unione allo stesso tempo.

Qualsiasi altro aspetto di cui ho parlato in apertura dipende da una respirazione consapevole.

Un buon allineamento del corpo, per esempio, dipende anche dalla posizione del torace e dalla funzionalità di diaframma e ileo-psoas, muscoli fortemente coinvolti durante la respirazione. La consapevolezza del peso è connessa con la fase di espirazione, durante la quale posso far viaggiare le forze attraverso la struttura come acqua che scivola verso il suolo, in modo che attraversino il corpo senza essere trattenute, per non creare tensioni. La spirale non è una forma rigida ma dinamica, e respira contraendosi e arrotolandosi, per poi dispiegarsi nello spazio ed espandendosi. Esistono molte modalità con cui il nostro corpo può respirare.

Concentrarsi su questo elemento così importante, quando si studia, trovo sia fondamentale per migliorare la risonanza del movimento e tutto ciò che concerne una qualità profonda della danza, non quella superficiale legata a questioni puramente estetiche e legate alla forma, che per me sono sempre stati aspetti secondari, effetti collaterali di un lavoro ben più profondo.

Lasciate che il respiro vi riempia ogni spazio, che gonfi la vostra pelle come la vela di una nave, spingendovi nello spazio. Lasciatevi stupire dalla potenza di un corpo in grado di muoversi a partire dal respiro.

Inspirate. Espirate. State già danzando.

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